L’Italia che crolla.

Crollano i ponti, le case, le scuole, le strade, le piante, le nascite, l’occupazione, il pil. Qui viene giù tutto, non si salva più niente!
Ormai è ‘psicosi da crollo’ e gli italiani, impauriti e terrorizzati dopo la tragedia di Genova, postano sui social le foto dei pilastri degradati di centinaia di ponti che sorreggono strade ai limiti della praticabilità, ma percorse, come se nulla fosse, da auto e camion che ci pagano pure lauti pedaggi. Come se metaforicamente avessero voluto scattare l’istantanea di un’Italia senza più certezze, senza più i solidi pilastri della famiglia, del lavoro, della casa, della scuola, della giustizia, del risparmio, dello Stato e delle istituzioni. Sul web si scatenano rabbia, denuncia, paura e turpiloquio, dopo il crollo del ponte Morandi. Ma purtroppo questa è l’Italia.
Un paese messo in ginocchio dal malaffare e che sta cadendo letteralmente a pezzi: ieri il terremoto e l’alluvione, poi il treno che deraglia e l’incidente della cisterna che esplode, oggi il crollo di un ponte e domani… chissà! Ma il ‘tocchiamo ferro’ è solo un rito scaramantico che non mette in sicurezza un bel cavolo di niente.
Il crollo fisico dell’Italia va di pari passo con il crollo istituzionale, etico, sociale, economico e politico di un paese per troppo tempo lasciato allo sbando, senza né capo, né coda!
Una nazione che se non si mette in testa di ‘rigare dritto’ è destinata a fare una brutta fine! In questi giorni di ennesimo lutto i ‘tuttologi’ di turno che monopolizzano senza ‘costrutto’ i media, si affannano a spiegarci ‘il perché e il percome non si è fatto nulla’ e cosa e come, invece, ‘andava fatto’ e ‘sarà fatto’.
Ma noi che ogni giorno viviamo sulla nostra pelle l’inefficienza, l’inconsistenza e l’impotenza di uno Stato totalmente assente quando si tratta di dare risposte e certezze, ma fin troppo presente quando deve riscuotere imposte e balzelli, sappiamo che si tratta di un film già visto.
La tragedia italiana non è solo Genova, ma il tracollo della speranza di ‘potercela fare’. E questo è il vero motivo per cui oltre la metà degli italiani hanno rinunciato ad esercitare il diritto di voto e l’altra metà, turandosi il naso e chiudendo gli occhi, ha deciso di votare l’attuale governo… ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!

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