di Redazione. Era un appuntamento fisso – dal lunedì al venerdì, tutte le sere immancabilmente alle 19.00 in punto, per tutti noi ragazzi degli anni ’70 – quello con Happy Days, Fonzie e la famiglia Cunninghan.
45 anni fa, il 15 gennaio 1974, debuttava sul piccolo schermo “Happy Days”, la serie tv americana più amata dagli italiani che, in onda per 10 anni, è stata sin da subito un cult.
Le storie e le vicende della famiglia Cunningham, dei loro amici e dell’indimenticabile Fonzie, nell’America degli anni ’50 hanno segnato un’epoca, e anche i pomeriggi di noi ragazzi italiani di quegli anni.
La serie volutamente retrò guardava a decenni ‘felici’ e ‘spensierati’ della storia americana, quando i ragazzi si ritrovavano da “Arnold’s”, subito dopo i compiti.
Happy Days ha rappresentato la vita, l’amicizia, l’amore, le feste, il cinema, la cultura, la musica, il divertimento e lo stile di vita di quella generazione di adolescenti statunitensi che hanno vissuto il “Sogno Americano” nella luminosa e prospera epoca degli Anni ’50 e ’60.
In Italia la Rai cominciò a trasmettere Happy Days su Rai1 nella stagione ’77-’78 con successo enorme per almeno una decina di anni: non c’era ragazzino di allora che non desiderasse il giubbotto di pelle scura di Fonzie che alzava i pollici ed esclamava “Ehi!” per salutare gli amici.
Erano storie leggere, pulite, e tutti noi nella nostra cameretta avevamo appesi sopra al letto accanto ai poster di Riva e di Rivera, di Battisti e dei Beatles, anche quelli di Richie Cunningham e di Arthur Fonzarelli, detto “Fonzie”… bei tempi!
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