Premierato. La madre di tutte le riforme.

Giorgia Meloni, in merito all’elezione diretta del Capo del Governo, definita dallo stesso premier come la madre di tutte le riforme – che con una maggioranza di due terzi del Parlamento eviterebbe la consultazione popolare – sa benissimo che la sua proposta anche se fosse la più bella del mondo non troverebbe mai e poi mai il consenso delle opposizioni che per partito preso dicono di ‘no’ a tutto ciò che l’attuale esecutivo propone, e allora la Meloni scalda i motori in vista del futuribile referendum e si rivolge così agli italiani:

Voi cosa volete fare, volete contare e decidere o stare a guardare mentre i partiti decidono per voi? Questa è la domanda che faremo se sarà necessario e quando sarà necessario.

Il presidente del Consiglio eletto a suffragio universale con apposita votazione popolare che avviene contestualmente alle elezioni per le Camere con una stessa scheda; il rafforzamento della stabilità del governo con la durata dell’incarico del premier fissata in cinque anni; la cosiddetta normaanti-ribaltone” con l’eventuale sostituzione del presidente del Consiglio in carica solo da parte di un parlamentare della maggioranza.

La fine del mandato del “sostituto” che determina lo scioglimento delle Camere; un premio assegnato su base nazionale che assicura al partito o alla coalizione di partiti collegati al presidente del Consiglio il 55 per cento dei seggi parlamentari, stop alle nuove nomine dei senatori a vita.

Sono i 5 capisaldi del disegno di legge costituzionale per l’introduzione dell’elezione diretta del presidente del Consiglio e la razionalizzazione del rapporto di fiducia approvato oggi dal Consiglio dei ministri.

Ecco la riforma voluta da Giorgia Meloni e votata all’unanimità in Consiglio dei ministri:

Elezione diretta del Presidente del consiglio

La riforma “introduce un meccanismo di legittimazione democratica diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, eletto a suffragio universale con apposita votazione popolare che si svolge contestualmente alle elezioni per le Camere, mediante una medesima scheda.

Si prevede, inoltre, che il Presidente del Consiglio sia eletto nella Camera per la quale si è candidato e che, in ogni caso, sia necessariamente un parlamentare”.

Incarico di 5 anni al premier

“Fissa in cinque anni la durata dell’incarico del Presidente del Consiglio, favorendo la stabilità del Governo e dell’indirizzo politico”.

La norma anti – ribaltone

La riforma “garantisce il rispetto del voto popolare e la continuità del mandato elettorale conferito dagli elettori, prevedendo che il Presidente del Consiglio dei ministri in carica possa essere sostituito solo da un parlamentare della maggioranza e solo al fine di proseguire nell’attuazione del medesimo programma di Governo. L’eventuale cessazione del mandato del sostituto così individuato determina lo scioglimento delle Camere”.

Il premio di maggioranza al 55%

 “Affida alla legge la determinazione di un sistema elettorale delle Camere che, attraverso un premio assegnato su base nazionale, assicuri al partito o alla coalizione di partiti collegati al Presidente del Consiglio il 55 per cento dei seggi parlamentari, in modo da assicurare la governabilità”.

Abolizione dei senatori a vita

La riforma, infine, “supera la categoria dei senatori a vita di nomina del Presidente della Repubblica, precisando che i senatori a vita già nominati restano comunque in carica”.
Il testo “si ispira a un criterio minimale di modifica della Costituzione vigente – si legge nel comunicato finale del Consiglio dei ministri – in modo da operare in continuità con la tradizione costituzionale e parlamentare italiana e da preservare al massimo grado le prerogative del Presidente della Repubblica, figura chiave dell’unità nazionale”.

 

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5 Responses

  1. Rocco Di Rella ha detto:

    E’ una finta elezione diretta del presidente del Consiglio dei ministri per almeno due motivi: 1) ci può essere un altro presidente del Consiglio dei ministri nel corso della legislatura, oltre a quello eletto; 2) il presidente eletto potrebbe essere eletto con la maggioranza relativa, anziché assoluta, dei voti validamente espressi. Riforma modesta e poco ambiziosa, anche perché non elimina il Senato e le Province (enti totalmente inutili). Aberrante è infine inserimento di pezzi di legge elettorale in Costituzione.

  2. PARACELSO 99 ha detto:

    In ITALIA:
    il POPOLO Non vota:
    – il Presidente della Repubblica
    – I Giudici della Consulta
    – I Giudici civili, penali, amministrativi.
    – Manca anche il REFERENDUM PROPOSITIVO.
    Oggi scegliamo solo il Partito e questa è DEMOCRAZIA?

  3. bea'70 ha detto:

    Sono andati al governo gridando via la fornero e furo i migranti… oggi ci ritroviamo a alle prese con l’ennesimo referendum che non risolve i problemi degli italiani, ma neppure quelli di una politica che è troppo litigiosa e inconcludente a prescindere da qualsiasi formula di governo

  4. FUFFA ha detto:

    il governo farebbe meglio ad impiegare le sue energie su altri fronti come quello delle pensioni e degli stipendi, tutto il resto è… FUFFA

  5. Enzo ha detto:

    A me, che sono un sempliciotto, sembra abbastanza sui generis: già adesso sono i parlamentari a votare, dare, la fiducia al governo: se ci sono governi tecnici è perché i parlamentari li hanno votati, evidentemente per fargli togliere le castagne dal fuoco che loro non vogliono toccare.

    Tutto sto casino sul primo e secondo Presidente del Consiglio non sta in ogni caso in piedi se la maggioranza si sfascia: noi siamo Paese di alleanze partitiche che si sfaldano e fanno cadere il Governo dall’interno. Alleanze non Partito di maggioranza, é chiaro?

    Sul 55% rimane un piccolo problema: se ci sono 4-5 raggruppamenti o alleanze potrebbe accadere che con il 25% dei voti e pigli il 55%: che cavolo di democrazia rappresentativa è?

    Comunque ci saranno tifoserie che si scannano su queste stupidaggini pur di non parlare di finanziaria, prezzi, pensioni, lavoro, sanità, scuola, trasporti pubblici, ambiente,
    La pagheremo molto cara,

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