I numeri mettono a tacere i ‘gufi’ del governo Meloni.

Può piacere o non piacere, ma il governo Meloni sta portando a casa degli ottimi risultati, alla faccia di tutti quei ‘gufi’ che remano contro.

Due soli ‘nei’ nel premierato di Giorgia Meloni:
Immigrazione, nulla è stato fatto per ridurre gli sbarchi, per l’integrazione e l’immissione nel mondo del lavoro dei migranti;
Pensioni, la legge fornero non solo è rimasta, ma è stata addirittura peggiorata, pensionando i lavoratori oltre i 67 anni e con un assegno da quattro soldi!

Per il resto i numeri danno ragione a Giorgia Meloni e mettono a tacere i ‘gufi’!

Più reddito, meno tasse.

Nel terzo trimestre del 2023 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,2%. Lo rileva l’Istat nel Conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche. La propensione al risparmio delle famiglie è stimata al 6,9%, in aumento di 0,6 punti rispetto al trimestre precedente, mentre il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici è cresciuto rispetto al trimestre precedente dell’1,3% a fronte di un aumento dei prezzi dello 0,5%.

“Il potere d’acquisto delle famiglie, dopo la brusca caduta del quarto trimestre 2022, prosegue la ripresa”, spiega l’Istituto di statistica. “Tale ripresa, iniziata nel primo trimestre 2023, era stata interrotta dalla lieve flessione del trimestre successivo; la stessa dinamica si osserva per la propensione al risparmio, che tuttavia rimane molto al di sotto dei livelli pre-Covid”. L’aumento della propensione al risparmio, in particolare, evidenzia l’Istat, deriva da una crescita nominale della spesa per consumi finali meno sostenuta rispetto a quella registrata per il reddito lordo disponibile (+1,2% e +1,8%, rispettivamente, in termini nominali). Infine, il tasso di investimento delle famiglie consumatrici si è attestato all’8,0%, 0,1 punti percentuali più basso rispetto al trimestre precedente, a fronte di una crescita degli investimenti fissi lordi dell’1,0% e del già segnalato aumento del reddito lordo disponibile.

Nei primi nove mesi del 2023 la pressione fiscale si attesta al 39,9% del Pil, in riduzione di 0,3 punti percentuali rispetto al 2022.

Spread e borsa.

Nei 12 mesi di governo Meloni lo spread Btp-Bund è crollato da 219 a 168, l’indice azionario di Piazza Affari è cresciuto del 28% tornando ai livelli del 2008, il valore totale delle 429 società quotate è balzato a 761 miliardi di euro (+21,6%) e 39 sono le nuove ammissioni al listino, il numero più alto nell’ambito di Euronext che raggruppa sette tra le principali Borse europee.

Inflazione al 5,7%.

Secondo le stime preliminari dell’Istat nel 2023 in media i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7%, in netto rallentamento dall’8,1% del 2022. Inflazione ancora in calo nel mese di dicembre, scendendo al +0,6% annuo rispetto al +0,7% di novembre.   Nello specifico, secondo i dati provvisori, nel mese di dicembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua.   Questo andamento “risente principalmente del venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni energetici”, spiega l’Istat.

Lavoro, in Italia occupazione mai così alta ma siamo ultimi in Europa.

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2 Responses

  1. Alberto MO ha detto:

    Caro Albert99…se ti aspettavi ‘manganello’ e ‘olio di ricino’ bè allora ti sei sbaglioato di grosso! Questa è la Destra che passa il… convento!

  2. Albert99 ha detto:

    Io non so dove viva chi ha scritto l’articolo.
    Io vivo a MILANO: una città in mano a balordi arrivati da ogni dove. Se questo è un governo di Destra?

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