I giovani fuggono dall’Italia, è emergenza.

di Matteo Renzi. La situazione internazionale è sempre più complessa.
Ho cercato di fare il punto qualche giorno fa su cosa sta succedendo tra Israele e Iran. Qui trovate il lungo post, è ancora attuale.
Vivo queste ore come tutti voi. Sospeso tra la paura che la situazione peggiori ancora e la speranza che le ragazze di Teheran tornino libere.
Dico tornino perché mezzo secolo fa le ragazze persiane giravano in minigonna ed erano libere di studiare, libere dall’oppressione della terribile polizia religiosa. E qualche amico mi ricordava ieri come il primo gesto che ho fatto da Sindaco di Firenze – assieme all’allora Assessore alla cultura Giuliano Da Empoli – fu quello di manifestare per l’onda Verde dei ragazzi di Teheran, un tentativo di rivolta dei giovani iraniani purtroppo finito nel sangue. Era l’Estate del 2009 e lo ricordo per dire che sedici anni dopo quei ragazzi ormai sono adulti, se sono sopravvissuti alle prigioni del regime, e ci sono ancora oggi tante giovani vite spezzate dalla repressione. Mi ha commosso ieri questo video su Instagram.
Dunque io non ho dubbi: la caduta del regime degli Ayatollah sarebbe una notizia bellissima per il mondo intero.
Anche perché i tentativi dei riformisti iraniani sembrano difficilmente credibili. E dire che noi abbiamo fatto di tutto per aiutare anche un cambiamento dall’interno: nel 2016, d’accordo con Obama, fui tra i primi occidentali a visitare Teheran con una delegazione italiana per riaprire il filo del dialogo quando sembrava possibile.
Oggi purtroppo tutto è tornato in alto mare. E nessuno può immaginare che tipo di piega possa prendere l’escalation militare. E dunque se tutti facciamo il tifo perché crolli il regime di Teheran, siamo allo stesso tempo molto preoccupati che il conflitto militare non si risolva velocemente.
Invito a leggere integralmente il post, qui, e sono felice di commentare con voi e leggere le vostre riflessioni: matteo@matteorenzi.it
In questo quadro così difficile emerge drammaticamente la mancanza di politica e di leadership condivisa e multilaterale. Ogni parola dopo l’epilogo anticipato del G7 di ieri sarebbe inutile. L’Italia in questo quadro di “anarchia istituzionalizzata” fa la figura di chi non conta nulla. Tajani ha detto giovedì sera che l’attacco iraniano non era imminente. Infatti venerdì mattina Israele ha attaccato. Tajani ha commentato allora venerdì dicendo: eh ma a me non lo ha detto nessuno, ignorando che gli altri grandi Paesi erano stati preventivamente informati da Israele e Stati Uniti. Per darsi un tono e non fare proprio una figuraccia Tajani, che è Vicepresidente del Consiglio anche se non sembra ed è pure Ministro degli Esteri anche se non ci crede nessuno, ha reagito in Commissione con un video in cui dice “Ho chiamato Israele e Iran e ho detto loro di smetterla”. Provo imbarazzo. Per lui, certo. Ma soprattutto per la Farnesina. I nostri bravi diplomatici non meritano una guida così inetta.
Nel frattempo io sono andato dai Giovani Industriali a Rapallo.
Qui trovate il video integrale. Tengo molto al vostro giudizio non solo perché quando mi intervista David Parenzo è sempre scoppiettante. Ma anche perché io non sopporto l’ipocrisia. Ho criticato Confindustria e sono andato a casa loro a dire perché il mio giudizio sul Governo Meloni non è – come il loro – da standing ovation. Se hai un amministratore delegato che da tre anni porta risultati negativi, un imprenditore deve cacciarlo non fargli la standing ovation. Altrimenti non è un imprenditore che pensa al bene dell’azienda.
Nel frattempo ieri sono usciti i dati della Caritas. Che è un’articolazione della Chiesa Cattolica, non l’ufficio studi di Italia Viva.
Ebbene rispetto ai nostri tempi, dieci anni fa, le famiglie in povertà sono aumentate del 62%. Mi spiego? 62%!
E la cosa incredibile è che l’aumento è continuo in questi anni di Governo Meloni.
C’è soprattutto una parte di Paese che soffre: i giovani.
Lo riconosce con grande onestà intellettuale il presidente dell’Istat (nominato dal Governo Meloni) su La Stampa oggi.
Leggete questa intervista, vale più di mille discorsi: oggi un ragazzo giovane non può restare in Italia perché non ce la fa.
Lo capiamo che è questa l’emergenza nazionale e non lo spreco del centro migranti.
Il tema è come far crescere gli italiani in Italia, non come portare i migranti in Albania!
Aumentano i poveri, le liste d’attesa, i cittadini che se ne vanno, la pressione fiscale, il debito pubblico, i migranti.
Eppure la Meloni dice che va tutto bene.
Il 5 luglio a Genova lanceremo le prime proposte per ripartire e costruire una vera alternativa.
Ma segnatevi da subito le giornate del 3-4-5 ottobre a Firenze. Torna la Leopolda. E sarà una Leopolda speciale.
Pensierino della sera
Leggo sul Financial Times che Bruxelles sta pensando a una nuova tassa su benzina e riscaldamento per finanziare il bilancio europeo. Spero che la Commissione smentisca subito. Sarebbe folle. Sembra quasi che i tecnocrati di Bruxelles si riuniscano per trovare le idee più stupide. Sembra quasi che si divertano a render l’Europa antipatica agli occhi dei cittadini. Io credo negli Stati Uniti d’Europa, non una organizzazione tutta tasse e ideologia.
Un sorriso
PS. Per giorni abbiamo subito la polemica dei media filoGoverno per Paragon. Ora viene fuori che la vicenda è molto più grave del previsto. Ve lo scrivo qui perché sia chiaro: il Governo Meloni-Mantovano sulla vicenda Almasri, sulla vicenda Paragon, sull’utilizzo dell’intelligence e del Golden Power, sulle norme scandalose del decreto sicurezza, sullo spreco di soldi pubblici in Albania è un Governo che ha violato ogni consuetudine e secondo me ha violato anche leggi e contratti. L’ho detto in Parlamento, lo ridico qui. Se anche rimanessi l’ultimo a fare opposizione su questo tema, se anche dovessero farmi altre norme ad personam contro di me, io non mi fermerò. Io continuerò anche da solo a richiamare attenzione su queste storie perché sono convinto che la verità verrà fuori, presto o tardi che sia. Secondo me peraltro verrà fuori prima di quanto loro si immaginino. Chi vivrà vedrà.
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