L’Italia cerca se stessa dopo Spalletti: tra sogni e paure.

di Attilio Runello. Spalletti è stato commissario tecnico per quasi due anni. È riuscito a qualificare l’Italia agli Europei, dove ha raggiunto gli ottavi di finale. Ha poi guidato la Nazionale anche nella Nations League, dove siamo arrivati ai quarti.

È stato un allenatore senza infamia e senza lode.

Mancini, prima di lui, ci aveva fatto vincere gli Europei, ma poi non era riuscito a qualificare l’Italia al Mondiale. La vittoria degli Europei, la seconda della nostra storia, gli aveva conferito grandi meriti, ma dopo l’esclusione dal Mondiale le critiche non sono mancate.

Dopo il 3-0 subito contro la Norvegia, le critiche a Spalletti si sono moltiplicate. Anche se si trattava solo della prima partita del girone, i tifosi vivono già con l’incubo di una nuova eliminazione.

A cosa è legato questo timore? La Norvegia ha già disputato tre partite e le ha vinte tutte. E nel girone si qualifica soltanto la prima squadra. Chi arriva secondo dovrà passare per i play-off.

Le altre squadre del girone sono tutte formazioni alla portata dell’Italia. Tuttavia, in due anni non si è riusciti a costruire un gruppo affiatato e vincente.

Potrà un nuovo allenatore fare in pochi mesi ciò che Spalletti non è riuscito a fare in due anni?

Le difficoltà sono note: nel campionato italiano giocano molti stranieri e le prime sei squadre, partecipando anche a competizioni europee, Coppa Italia e alcune alla Supercoppa, disputano circa sessanta partite all’anno. I giocatori sono molto impegnati e spesso poco motivati a dare il massimo anche in Nazionale.

Così, come già faceva Mancini, si è costretti a cercare talenti nelle squadre di seconda fascia.

Inoltre, gli infortuni sono frequenti in tutte le squadre: strappi muscolari e altri problemi costringono i giocatori a lunghi stop.

Spalletti si è comportato da gran signore dichiarando che avrebbe voluto continuare, ma che, di fronte all’esonero, per amor di patria, farà un passo indietro per non pesare sulla Nazionale.

Bisognerà forse cambiare le regole del sistema calcio per favorire la Nazionale? Forse sì.

O forse dobbiamo solo sperare che torni qualche fuoriclasse come Baggio, Del Piero o Totti, visto che oggi, di grandi campioni, non se ne vedono molti.

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