Viminale, quando il tornello non è uguale per tutti!

di Impiegata Interno. Leggo sulle vostre pagine delle disparità di trattamento economico che esistono tra lavoratori dello Stato. Sono una dipendente ministeriale e purtroppo certe situazioni discriminatorie le vivo ogni giorno sulla mia pelle.

E’ vero quanto asserito su FreeskipperItalia che a parità di requisiti e di carriera non corrispondono quasi mai le stesse retribuzioni in tutta la Pubblica Amministrazione (vedasi quanto percepisce un impiegato della Camera o del Quirinale e un “normale” impiegato dello Stato), come è altrettanto vero che persino nello stesso Ufficio c’è chi gode di un trattamento economico più favorevole rispetto a quello di altri colleghi (straordinari, buoni pasto, premi e indennità varie).

Ma la discriminazione non si limita soltanto a quella economica, riguarda pure l’orario di servizio!

Mi spiego meglio. Da quando sono entrati in funzione i tornelli per il cosiddetto rilevamento elettronico delle presenze, tutte le mattine mi ritrovo sempre con l’affanno per cercare di timbrare in orario, alle 08.00 precise! La casa da rassettare, i bimbi da accompagnare a scuola, i genitori anziani da accudire, il traffico cittadino… ma alla Pubblica Amministrazione di tutto questo poco gliene tange: l’orario è rigido, senza alcuna flessibilità nè in entrata, nè in uscita, e chi ‘sfora’, recupera!

E sta bene. E’ giusto che sia così.

Ma quando vedo tanti miei colleghi che entrano ed escono a proprio piacimento dal Palazzo senza l’incubo dell’orologio, freschi, tranquilli e paciosi, ed invece io sudata e trafelata, sempre di corsa per rispettare l’orario, bè allora mi prende lo sconforto!

Ho provato a chiedere spiegazioni ai rappresentati sindacali, ma loro mi hanno risposto che dirigenti, vigili del fuoco, pubblica sicurezza, segreterie più o meno ‘particolari’ hanno un altro tipo di accordo sull’orario di lavoro e… Amen!

Infine un tecnicismo. C’è chi entra al Viminale alle sette di mattina, chi alle sette e trenta e chi alle otto. Ogni Ufficio ha il suo “orario di servizio”. Logicamente chi prima entra, prima esce! Ma se hai l’orario di servizio che parte dalle ore otto e timbri il cartellino mezz’ora prima la perdi, mezz’ora dopo la recuperi!!!

Perché il Ministro non provvede a rendere uguale per tutti l’orario di entrata a partire dalle ore 07.00?

Ma non finisce mica qui. Se hai un impegno di famiglia o un imprevisto nelle prime ore del mattino e vuoi fruire di un “permesso retribuito” non puoi chiederlo se non a partire dalle ore nove, non prima: quindi – fantozzianamente – sei costretto o a fare ritardo oppure ad arrivare comunque in Ufficio, timbrare in orario, per poi riuscire con il permesso, sbrigare le tue cose e quindi rientrare di nuovo a lavoro prima che scada il permesso!

Assurdo? Sì, ma drammaticamente vero!

Dicevano che Salvini era un ministro poco presente e oggi i media osannano quello attuale. Spero che il Ministro riesca a sanare certe disparità di trattamento, visto che come dice la stampa è meno social di quello precedente e più presente!

Ma mi è difficile crederlo. Non riesco più neppure ad indignarmi, tanto sono rassegnata, avvilita e impotente al cospetto di uno Stato che ci vuole eternamente divisi in figli e figliastri.

Cambiano i governi, cambiano i ministri, ma questo paese non cambia mai!

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