Statali: quando il tornello non è uguale per tutti!

di Impiegata statale. Leggo sulle vostre pagine delle disparità di trattamento economico che esistono tra lavoratori dello stesso comparto Statale. Sono una dipendente ministeriale e purtroppo certe situazioni discriminatorie le vivo quotidianamente sulla mia pelle.
E’ vero quanto asserito su freeskipper che a parità di requisiti e di carriera non corrispondono quasi mai stesse retribuzioni in tutta la Pubblica Amministrazione, come è altrettanto vero che persino nello stesso Ufficio c’è chi gode di un trattamento economico più favorevole rispetto a quello di altri colleghi (straordinari, buoni pasto, premi e indennità varie).
Ma la discriminazione non si limita soltanto a quella economica, riguarda pure l’“orario” di servizio!
Mi spiego meglio. Da quando sono entrati in funzione i tornelli per il cosiddetto rilevamento elettronico dell’orario di lavoro, tutte le mattine mi ritrovo sempre con l’affanno per cercare di timbrare in orario, alle 08.00 precise! Casa da rassettare, bimbi da accompagnare a scuola, anziani da accudire, traffico cittadino… all’Amministrazione non interessano: l’orario è rigido, senza alcuna flessibilità nè in entrata, nè in uscita, e chi sgarra, recupera! E mi sta bene. E’ giusto così.
Ma quando vedo tanti miei colleghi che entrano ed escono a proprio piacimento dal ministero senza l’incubo dell’orologio, freschi, tranquilli e paciosi, ed invece io sudata e trafelata, sempre di corsa per rispettare l’orario e che non so a chi dare i resti, mi prende lo sconforto!
Ho provato a chiedere spiegazioni  ai rappresentati sindacali, ma loro mi hanno risposto che vigili del fuoco, pubblica sicurezza, segreterie più o meno particolari hanno un altro tipo di accordo sull’orario di lavoro. Amen!
Non riesco più neppure ad indignarmi, tanto sono rassegnata, avvilita e impotente al cospetto di uno Stato che ci vuole eternamente divisi in figli e figliastri.
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