Imu-Tasi. Un gioco di prestigio per gabellare i “soliti fessi”!

di Redazione. Lo abbiamo sempre detto e non ci stancheremo mai di ribadirlo: in Italia avere una casa di proprietà è una “grave colpa”, possederne una seconda è un “efferato delitto” da scontare non con le pene dell’inferno, ma addirittura con quelle ben più dolorose del fisco!

La casa, infatti, – assieme ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, da noi apostrofati come i “soliti fessi” perché tassati alla fonte senza alcuna possibilità di farla franca al pari delle partite Iva – è considerata il “bancomat” dello Stato. Quando le casse dell’Erario piangono il governo di turno batte ‘cassa’ sempre dove il dente duole, la ‘casa’!

La casa, pertanto, è tornata ancora una volta nel mirino del fisco e il governo gialloRosso intende aggravarla per appianare i suoi debiti.

E allora cosa hanno inventato? L’unione di Imu e Tasi che di fatto potrebbe dar vita ad una nuova stangata sugli immobili. Una patrimoniale da 22 miliardi l’anno che continua a gravare su tanti immobili che non hanno possibilità di creare reddito e che invece andrebbe assolutamente ridotta, tassando solo quegli immobili che sono fonte di guadagno per chi non li abita ma li affitta, magari in nero!

C’è da stigmatizzare come l’Imu massima sia al 10,6 per mille mentre la Tasi risponda ad un’aliquota massima fissata all’0,8 per mille. È inoltre necessario rimarcare come quest’ultima non sia stata istituita in ogni comune, mentre l’Imu sì, e molte municipalità si affidano proprio alla soglia più alta. Il gioco di prestigio effettuato dal governo gialloRosso è il seguente: l’aliquota massima della nuova Imu sarà dell’11,4 per mille. Ovvero la somma delle due aliquote prese singolarmente, le quali hanno la stessa base imponibile: il valore catastale di un immobile con moltiplicatori.

Che cosa significa questo? Che i Comuni che non avevano ancora toccato questo livello massimo di tassazione avranno il via libera per farlo, mentre chi aveva già raggiunto quella soglia, come ad esempio Roma, Firenze e Milano, non potrà andare oltre. In altre parole, tutto è rimandato alla decisione dei Comuni. Quelli che vorranno approfittare della nuova regola, lo potranno fare senza troppi timori.

Tanto a pagare il conto delle loro inefficienze e dei loro sprechi saranno come sempre  i “soliti fessi”!

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