di Redazione. Lo abbiamo sempre detto e non ci stancheremo mai di ribadirlo: in Italia avere una casa di proprietà è una “grave colpa”, possederne una seconda è un “efferato delitto” da scontare non con le pene dell’inferno, ma addirittura con quelle ben più dolorose del fisco!
La casa, infatti, – assieme ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, da noi apostrofati come i “soliti fessi” perché tassati alla fonte senza alcuna possibilità di farla franca al pari delle partite Iva – è considerata il “bancomat” dello Stato. Quando le casse dell’Erario piangono il governo di turno batte ‘cassa’ sempre dove il dente duole, la ‘casa’!
La casa, pertanto, è tornata ancora una volta nel mirino del fisco e il governo gialloRosso intende aggravarla per appianare i suoi debiti.
C’è da stigmatizzare come l’Imu massima sia al 10,6 per mille mentre la Tasi risponda ad un’aliquota massima fissata all’0,8 per mille. È inoltre necessario rimarcare come quest’ultima non sia stata istituita in ogni comune, mentre l’Imu sì, e molte municipalità si affidano proprio alla soglia più alta. Il gioco di prestigio effettuato dal governo gialloRosso è il seguente: l’aliquota massima della nuova Imu sarà dell’11,4 per mille. Ovvero la somma delle due aliquote prese singolarmente, le quali hanno la stessa base imponibile: il valore catastale di un immobile con moltiplicatori.
Tanto a pagare il conto delle loro inefficienze e dei loro sprechi saranno come sempre i “soliti fessi”!