di Redazione. Altro che le piste ciclabili della Raggi che a Roma – vedi le ciclabili di Via Taranto e Via La Spezia – hanno creato tanti danni e troppi disagi a tutti i romani siano essi pedoni, automobilisti e financo agli stessi rari e sparuti ciclisti della domenica!
Larga 2,5 metri e illuminata anche di notte, può essere percorsa 24 ore su 24 e si può passeggiare oltre che andare in bicicletta. Proprio perché è una pista ciclopedonale, su alcuni tratti bisogna rispettare il limite di velocità di 10 km/orari.
La struttura portante è composta da un reticolo di travi d’acciaio. Nei tratti in cui la pista ciclabile è completamente a strapiombo, la struttura è stata ancorata alle pareti rocciose che si affacciano sul lago, mente negli altri tratti la base poggia su piloni metallici ancorati al terreno. Le numerose gallerie stradali saranno ristrutturate per consentire di accogliere la ciclabile nei punti dove non è possibile realizzare i tratti esterni.
Quando sarà terminata, sarà collegata con la Ciclovia del Sole e con la Ciclovia Vento (la dorsale cicloturistica del Po) e, nei prossimi anni, offrirà una rete di lunga percorrenza su scala nazionale di più di mille chilometri.
Ma chi progetta le piste ciclabili della Capitale ha mai fatto un sopralluogo in zona?
La domanda sorge spontanea vedendo alcuni “capolavori” legati alla realizzazione delle piste ciclabili.
Un assurdo tra i tanti: in Via Matera, come si vede nella foto qui a lato, è stata fatta la pista ciclabile “isolando” le colonnine Enel della ricarica elettrica per veicoli.
Signora Sindaca, come fa ora un automobilista a ricaricare un veicolo elettrico?
E’ questa la spinta ambientalista ed ecologica che la sua Amministrazione vuole dare alla Capitale d’Italia?