di Marina Serafini.Purtroppo non é solo la Capitale a versare in condizioni sgradite di degrado evidente. Un giro più largo nel nostro paese sarà sufficiente a vedere che la cultura di questa pletora di persone che vivono nella stessa nostra lingua di terra é la causa principe del nostro stesso disagio.
Cambiano i governi per come noi li votiamo. Rimangono uguali le situazioni per quanto noi stessi non sappiamo cambiare.
Restiamo aggrappati a vecchie abitudini e a modi sbagliati perché seguitare e più facile che iniziare di nuovo.
E così vado al Sud e vedo mucchi di spazzatura a marcire sotto il sole estivo davanti alla noncuranza di chi lì ci vive, gli stessi che quella robaccia l’hanno pure sversata.
Nessuno pensa al presente, figurarsi al futuro! Nessuno pensa a se stesso, figurarsi se poi si arriva a preoccuparsi degli altri!
Non sono i quattrini delle tasse dovute a risolvere il rebus, ma la mente di chi quel posto lo vive. E non si tratta di una entità astratta chiamata governo, ma di ogni individuo che compone la variegata nostra comunità.