di Maurizio Guandalini. I sogni che fa un operaio di periferia quando va nel centro di Milano. L’approccio del provinciale verso la grande città è trovare quello che il paese natio non dà.
Lo era per ‘Ti te se no’ di Jannacci. Nel 1965. Lo è ancora oggi la capitale meneghina balzata al top della classifica Sole 24 Ore per qualità della vita. Queste graduatorie sono come lo zucchero a velo sul pandoro. Vale per le metropoli migliori come per i mari balneabili o le linee ferroviarie scassate e le Università wroom wroom.
Da sempliciotto (sinonimo di provinciale), a Milano, si sta bene, te la godi, se hai soldi e fai poco o nulla come lavoro. Il resto è noia. E fatica. Meglio ritornarsene al borgo. Non capisco come, miei ex studenti, provenienti da posti bellissimi della provincia italiana, con qualità della vita alle stelle, si ostinino a stare a Milano a far vite pesanti, alloggiando alla bene e meglio con stipendi da fame. Il fascino della città dov’è?
Non è un caso che quel dato lungimirante relativo alla qualità di vita di Milano cozza con la popolazione ambrosiana 4.0. Per lo più single. Senza famiglia. In appartamenti dove il bilocale è una magione principesca. Lavoro dalle 8 alle 22. Hai voglia andare al cinema o a teatro. A divertirsi. Giusto al sabato e alla domenica, quando sei cotto dalle fatiche settimanali.
Cominciai a soggiornare a Roma sui vent’anni. Lavoravo. I miei amici del paesello mi guardavano ammirati. Beato tu che esci ogni sera. Da allora ho abitato a Londra, Milano, conosco bene Torino. Ma la mia vita sociale è più ridotta di quella in una cittadina di ventimila abitanti.
Tra l’altro, quando sbarchi nella grande città, tendi a ricrearti, nel quartiere, quello che avevi alla casa madre. Il panettiere, la lavanderia, il ristorantino, il bar. Fine delle trasmissioni.
Il resto è via della Spiga, hotel Cristallo di Cortina, 2 ore, 54 minuti e 27 secondi, Alboreto is nothing. Il folclore della bella vita. Non la qualità. La felicità. Per dirla con Camilleri, a innaffiarti è anche il tuo sangue, la tua terra. Che ci nutre e ci salva.
Mah, hai messo insieme di tutto un po', con il jobs act avevi con te tutta la destra, Marchionne, e…
"Il Ventennio sul piano economico, sociale e culturale costituì una vera e propria involuzione per il Paese, mediante un dominio…
Il grandissimo errore di MUSSOLINI fu quello di entrare in guerra e non restare NEUTRALE. Se non fosse entrato in…
Non capisco come mai nel 2024: il codice civile ed il codice penale in ITALIA siano ancora quelli del Ventennio!!!…
Io non voto più dal 1994. Mi rivedranno nella cabina elettorale solo quando mi daranno una pensione decente