6,3 miliardi di euro a Fca. Ma noi non siamo John Elkann!

di Redazione. Il colosso dell’auto guidato da John Elkann con sede fiscale in Olanda chiede allo Stato Italiano un prestito di 6,3 miliardi di euro e questo, ovviamente, ha scatenato una furibonda polemica, come testimoniato anche dai nostri lettori. Tant’è che roberto b. scrive: Lo Stato non deve dare soldi alle aziende che delocalizzano e che hanno trasferito la loro sede legale all’estero. Se queste aziende hanno bisogno di aiuti se li facciano dare nei loro paradisi fiscali”.

Giusto e sacrosanto! Se non fosse per il fatto che, da quando mondo è mondo e non solo qui da noi in Italia, chi detiene il potere – quello vero – non è la politica che obtoto collo, ma poi non più di tanto, fa da prestanome ai potenti della terra, ovvero a coloro che detengono la stragrande maggioranza della ricchezza mondiale! E tra questi siede a pieno portafoglio la famiglia Agnelli che da sempre determina le regole del gioco.

In Italia – come in tutto il resto del mondo – a comandare è chi ha gli sghei, non certo il poveraccio che campa di stipendio fisso e di pensione, che nessun governo si è mai filato se non per spremerlo di tasse come un limone!

Quindi non è una novità il fatto che il neo editore de La Repubblica nonchè de La Stampa e il maggior azionista di Fca porti l’acqua al proprio mulino, attingendo ai fondi stanziati per aiutare le aziende in difficoltà a causa della pandemia, lasciando a secco il resto degli italiani.

Durante tutta la sua storia la Fiat ha sempre utilizzato poderosi interventi statali e anche una potente macchina dell’informazione. Oggi, la storia si ripete in modo identico, la Fiat è stata sempre aiutata dallo Stato e sempre lo sarà grazie a chi le ha sempre permesso di socializzare le perdite e privatizzare i guadagni.

Quel che magari si pretende da chi voleva aprire lo Stato Italiano come una scatoletta di tonno è che qualche goccia arrivi pure a ristorare gli italiani che non si chiamano John Elkann!

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