Certo sarà un’impresa ardua “resistere”, dal momento che il tricolore non suscita più le stesse emozioni che scorrevano nelle vene dei nostri padri costituenti: oggi il motore di tutto è soltanto il soldo.Tuttavia c’è ancora chi non si piega, chi non si arrende, chi non molla e continua a battersi e a lottare per un mondo migliore. Scende in piazza pacificamente a manifestare il proprio dissenso nei confronti di “chi comanda” e di “chi decide” delle sorti di un intero Paese: “datemi un forcone e vi solleverò le chiappe da quelle maledette poltrone sulle quali siete incollati!”. Questo è il disperato grido dei contestatori. Gente normale, gente comune che solitamente non ha voce, ma che è terribilmente esasperata nel dover subire passivamente l’arroganza, e lo strapotere di una classe dirigente che fino ad oggi non ha saputo fare altro che ingrassare il proprio portafoglio fregandosene di tutto il resto.
E così la protesta monta, dilaga, cresce: gli italiani di tutte le estrazioni sociali – piccolissimi imprenditori, contadini, operai, impiegati, pensionati, studenti, disoccupati, sfrattati e indigenti – non sono più disposti a subire le continue vessazioni da parte di una casta ladrona come o più di prima, ma serva fedele e schiava ubbidiente agli ordini della Troika, che ha svenduto all’Europa dei mercati la sua gente! L’Italia onesta e per bene non ne può più di questa classe dirigente che ha distrutto il ceto medio, impoverito un intero popolo massacrandolo di tasse ed espropriandolo della sovranità nazionale!
I forconi sono il simbolo del malessere diffuso e del disagio sociale, la rabbia nei confronti di chi non è più in grado di assicurare un presente dignitoso, un futuro migliore e che sta sperperando quel poco di buono che nel passato era costato a tutti noi lacrime e sangue!E come la storia insegna, i movimenti spontanei nati dall’esasperazione della gente qualunque sono destinati a crescere. Le masse imbufalite, prima o poi, si lasciano sempre sedurre da un leader – ce n’è sempre uno pronto a cavalcare la collera dei disperati – e allora si salvi chi può, perché le masse inferocite, ma guidate, sanno dove andare e come fiumi in piena travolgono tutto e tutti!
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