Stipendi d’oro e stipendi da fame.

Si parla tanto in questi giorni di stipendi e retribuzioni, dopo che il Presidente dell’Inps invece del “lascia” ha preferito il “raddoppio” della propria busta paga!

Si parla di stipendi d’oro, ovvero di retribuzioni che un normale lavoratore non riesce a intascare neppure se lavora per dieci vite consecutive! Ma si parla troppo poco di stipendi da fame, ovvero di retribuzioni da lavoro dipendente prossime ad un reddito di cittadinanza!

Premesso che non siamo in regime comunista, per cui non ci passa neppure per l’anticamera del cervello proporre stipendi uguali per tutti, per cui un chirurgo che salva una vita umana debba guadagnare come un portantino.

Ma ci preme, altresì, rivendicare che un portantino non muoia di fame, che guadagni quanto gli basti a vivere dignitosamente!

Per cui è giusto che gli stipendi siano commisurati alle reali capacità e competenze e che siano proporzionati alle responsabilità assegnate, ma è inaccettabile la forbice che si è creata tra chi “dirige” e chi “esegue”, tra chi “comanda” e chi fa il “lavoro sporco”!  

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