Stipendi da fame, tasse che si mangiano i risparmi e le case degli italiani. Se questo è il prezzo per restare nella Ue meglio un’ItalExit!

di Redazione. L’Italia è il fanalino di coda dell’Europa in tutto e per tutto, anche per quanto riguarda il valore delle case che al pari di salari, pensioni e risparmi sono stati dimezzati nel loro valore di mercato dall’infausto passaggio dalla Lira all’Euro e da una tassazione esagerata, soprattutto sulle seconde case!

Infatti, a fronte di una tassazione senza precedenti sul mattone e di stipendi sempre più bassi, nessuno investe più un solo centesimo nel mercato immobiliare nonostante il periodo sia particolarmente favorevole per chi potrebbe comprare un bell’appartamento ad un prezzo notevolmente ribassato e con mutui a tassi mai così vantaggiosi.

Ma come dicevamo, la crisi del mattone è un’eccezione tutta e solo italiana nel panorama europeo, dove invece le case continuano a costare sempre di più.

Basti pensare che nel secondo trimestre del 2019 – stando ai dati forniti dalla Commissione Europea  – i prezzi delle case nella Ue sono cresciuti del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

L’Italia è l’unico Stato dei 28 membri della Ue a far registrare un dato negativo pari ad un deprezzamento del valore dei nostri immobili del – 0,2%.

A questo punto se restare in Europa vuol dire pagare le tasse più alte della Ue, essere retribuiti con stipendi da fame, vedersi mangiare i propri risparmi ed assistere impotenti all’erosione del valore della propria abitazione, allora ritorna di estrema attualità l’eventualità di un’ItalExit!

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