di Alberto Sigona. Personaggio fra i più importanti e contraddittori degli ultimi decenni, da molti è stato venerato come un dio, da tanti altri è stato equiparato al male assoluto. Di certo per molti anni serberemo il ricordo di colui che possiamo considerare un gigante della sua epoca.
Silvio Berlusconi ha segnato un’era.
È stato il personaggio italiano più importante, popolare, influente e discusso dal dopoguerra ad oggi, colui che con le sue virtù ed i suoi vizi ha incarnato in maniera assoluta l’Italia degli ultimi quarant’anni.
Salì alla ribalta, iniziando una vera epopea, sin da giovanissimo, avventurandosi con enorme successo nell’ambito dell’edilizia, per poi proseguire col vento in poppa nell’editoria, nel cinema e nella tv, con la fondazione di Mediaset, che cambierà molto presto l’assetto televisivo dell’etere nostrano.
Imprenditore lungimirante, visionario e fortunato come pochi altri, sarebbe riuscito a sfondare persino nello sport, con l’acquisizione del Milan, società che negli anni Ottanta prese sull’orlo del fallimento (reduce da 2 campionati in Serie B) per issarla in brevissimo tempo in cima all’Europa ed al Mondo, facendola diventare nel volgere di un ventennio la più vincente di sempre, seconda al solo Real Madrid.
Durante la sua vita è stato infinite volte indagato, accusato, processato per ogni misfatto, dal più risibile al più infamante (fu accostato persino ad alcune stragi di mafia), ma quasi sempre, in un modo o nell’altro, ne sarebbe uscito indenne: archiviato, prescritto o assolto.
Uomo rigorosamente sui generis, nel bene e nel male, nel corso della sua maestosa esistenza sarebbe diventato un fenomeno popolare, entrando nell’immaginario collettivo e nella cultura di massa.