Siamo degli zombi che camminano. Morti di fame rimasti in città.

In Italia ci sono 10.048.000 persone che vivono in condizioni di povertà relativa, pari al 16,6% della popolazione. Tra questi 6.020.000 sono poveri assoluti, cioè non riescono ad acquistare beni e servizi per una vita dignitosa (9,9%). 

Dieci grandi città in deflazione. I prezzi a luglio risultano in calo, su base annua, in diversi capoluoghi di regione o provincia autonoma: Torino (-0,4%), Firenze (-0,3%), Bari (-0,3%), Roma (-0,2%), Trieste (-0,1%) e Potenza (-0,1%). Giù anche a Livorno (-0,7%), Verona (-0,5%), Ravenna (-0,1%) e Reggio Emilia (-0,1%). È quanto rileva l’Istat nel report sulla Povertà in Italia.
L’Italia chiuderà il 2014 con un Pil in contrazione dello 0,1% contro il +0,5% stimato in precedenza, e mancherà entrambi gli obiettivi governativi di deficit/Pil collocandosi al 2,7% quest’anno e il prossimo, con “rischi significativi” di sforare ulteriormente. Lo scrive Moody’s dopo il ritorno della Penisola in recessione.
Il salario medio pro-capite nel nostro Paese è di 1.410 euro (contro i 1.850 della penisola iberica), e il cittadino deve fronteggiare una spesa di 39,4 euro al giorno (contro i 35,9 della Spagna), determinando in questo modo un costo della vita elevatissimo, che impiega ben l’ 83,8% delle risorse di ogni utente. Questa percentuale è difficilmente sostenibile per molte famiglie, ed è sconcertante constatare come questa superi di quasi 20 punti percentuale la media europea.
Nessun pensionato Ue è tartassato come quello italiano. In Italia abbiamo le tasse sulle pensioni pubbliche più alte d’Europa. Lo studio è stato realizzato da Confesercenti, e ha un sapore beffardo che può essere sintetizzato così: su un assegno da 1500 euro al mese lordi, un pensionato italiano paga circa 4mila euro all’anno di tasse. 
Insomma, arrivare a fine mese in Italia è più difficile che in altre nazioni ugualmente colpite dalla crisi, come la Spagna, perchè lo Stato preleva troppo dalle tasche degli italiani senza dare nulla in cambio! Tra le spese che gravano più delle altre sul portafogli degli italiani vi sono casa, acqua, luce, gas, telefono, internet e benzina, che sono aumentate notevolmente a causa della privatizzazione delle imprese erogatrici. Gli stessi aumenti incontrollati hanno coinvolto anche le imposte indirette come l’Iva e le accise statali sui beni come la benzina, parallelamente a una diminuzione generale degli stipendi. Coprire i costi esagerati della burocrazia statale italiana, gli sprechi e le ruberie, per assestare i conti pubblici, fa aumentare drasticamente il costo della vita, penalizzando soprattutto i cittadini i cui guadagni rientrano nella fascia medio-bassa, costretti ad acquistare prodotti e servizi a prezzo maggiorato, spendendo le stesse cifre dei lavoratori benestanti. Ecco spiegato perchè i nostri connazionali faticano ad arrivare alla fine del mese, l’economia nazionale stenta a riprendersi e i giovani preferiscono lasciare l’Italia per lavorare all’estero!
In meno di venti anni sono riusciti a trasformare gli italiani in un popolo di indigenti. Stipendi e pensioni da fame e una tassazione record del 53%!!!
Siamo degli zombi che camminano. Morti di fame in vacanza!? Macchè. Morti di fame rimasti in città. Secondo l’Istat, infatti, saranno 30milioni gli italiani costretti a restare in città, altro che vacanze! Almeno, prima di questa classe dirigente c’erano i cosiddetti “fagottari”, coloro che a ferragosto potevano permettersi una fuitina al mare o in montagna. Adesso anche il “fagotto” è diventato un lusso.
E se ieri le famiglie faticavano ad arrivare a fine mese, oggi il mese non sanno proprio come iniziarlo!Non sanno come pagare le bollette per non farsi staccare le utenze, risparmiano sulla salute rinunciando ai controlli medici per pagare l’Imu e la Tari, quando non sono addirittura costretti a mettersi in fila alle mense della Caritas e a rovistare nei cassonetti per mettere qualcosa sotto i denti!
Ma pancia piena, non pensa a quella vuota! E i politici dal piffero magico suonato sotto le elezioni, una volta raggiunta la poltrona pensano ai fatti propri invece di occuparsi di qualcosa di utile per noi cittadini ridotti ormai allo stremo. Per loro “il bene comune” è solo il mezzo per ottenere voti, non il fine del mandato elettorale!
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