di Giovanni Graziano Manca. Può piacere o meno, la musica di Roberta, certo però, del suo ultimo sforzo discografico “Canzoni da Museo”, non si può dire che manchi di personalità e di originalità. Le diverse songs di “Canzoni da Museo”, i cui testi consistono in componimenti poetici dei poeti bolognesi Giovanni Gastel, Davide Rondoni e Roberto Roversi, vengono portate dalla cantante marchigiana di stanza a Bologna (e già collaboratrice di Lucio Dalla), nell’ideale palcoscenico dei musei della città felsinea.
Le musica delle nuove canzoni è stata composta da Roberta Giallombardo (che nel disco, oltre che cantare, suona il pianoforte), mentre gli arrangiamenti e la supervisione artistica dell’album sono da attribuire rispettivamente a Enrico Dolcetto/Roberta Giallo e Enrico Dolcetto. Un pop in qualche misura “d’altri tempi”, quello di Roberta Giallo, curato, raffinato, suonato da professionisti, gradevolissimo all’ascolto ma non banale né tanto meno superficiale.
“Canzoni da Museo” esce per G-RO dischi ed è stato realizzato con il contributo del Comune di Bologna Città della Musica Unesco e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.