Risale il Pil, ma stipendi e pensioni restano fermi al palo!

Dopo mesi di chiusure, divieti e restrizioni, finalmente con il “libera tutti” il cui conto salato il Covid ci servirà a breve termine – l’economia riparte e corre veloce, seppure a senso unico, a portare soldi nelle casse di commercianti, albergatori, ristoratori e partite Iva!

Il rialzo del Prodotto interno lordo registrato dall’economia italiana nel secondo trimestre del 2021 rispetto al secondo trimestre del 2020, pari a +17,3% è il più alto su base tendenziale mai registrato dall’inizio delle attuali serie storiche, ovvero dal 1995. Lo comunica l’Istat spiegando che l’incremento deriva dal confronto con il punto di minimo toccato nel secondo trimestre dello scorso anno in corrispondenza dell’apice della crisi sanitaria.

E così, grazie ad un’estate che ha incassato il “tutto esaurito”, le categorie in sofferenza hanno ripreso a macinare soldi su soldi, alla faccia dei cosiddetti “garantiti” che navigano sempre a vista, dal basso di uno stipendio ai limiti di un reddito di cittadinanza e che nonostante tutto hanno dovuto sobbarcarsi i costi dell’emergenza economica-sanitaria del Covid-19 garantendo sussidi e aiuti a quelle categorie che, invece, adesso hanno ripreso a macinare soldi più di prima!

Insomma, risale il Pil nazionale, ma salari e pensioni segnano il passo e restano fermi al palo! E allora non sarebbe il caso che adesso le categorie più ricche contribuissero a risollevare le sorti della nazione, per una più equa redistribuzione del prodotto interno lordo, invece di continuare a spremere i “soliti fessi”?

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