Prepariamoci ad uno tsunami di tasse e balzelli.

Passata l’emergenza Covid, durante la quale e grazie alla quale in tanti hanno speculato portando acqua al proprio mulino, si ripresenterà più gravosa e drammatica del pre-pandemia l’emergenza economica.

Tradotto in soldoni, l’Italia, o per essere ancora più schietti e diretti, i “soliti fessi”, saranno chiamati a restituire quella valanga di debito pubblico accumulata nel pre-pandemia e a restituire quell’altra montagna di denari pubblici che sono stati spesi in aiuti e sussidi, vaccini e tamponi, chiusure e riaperture, bonus e reddito di cittadinanza.

Un debito pubblico che si attesta ben oltre i 43mila euro pro-capite, ma che – considerata l’altissima percentuale di evasori ed elusori fiscali – peserà di fatto tre volte tanto sulle spalle di pensionati e lavoratori dipendenti che dovranno restituire allo Stato – in termini di tasse e balzelli – non solo la loro fetta di debito pubblico ma anche quella dei “furboni del quartierone”!

Lo tsunami di tasse, tra quelle vecchie e maggiorate, assieme a quelle nuove mascherate di verde in nome dell’ambiente, del clima, delle emissioni di gas serra e dell’energia green, delle riforme e della digitalizzazione, dell’Europa e del piano di ripresa e resilienza, completerà il salasso iniziato dal duo Prodi-Ciampi che ci ha trascinato nell’€uro dimezzando salari, pensioni, risparmi e valore degli immobili, proseguito dal duo Monti-Fornero con le politiche ‘lacrime&sangue’ e che a breve, o almeno subito dopo i ballottaggi delle amministrative, il governo Draghi porterà a compimento.

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