Porti chiusi solo per le Ong, anche se poi in Italia continuano ad entrare cani e porci sia da terra che da mare!

di Redazione. Sea Watch, ancora tu, ma non dovevamo vederci più? Pare proprio di no, dal momento che il teatrino dei ‘porti chiusi’ ripropone sempre lo stesso scenario: Sea Watch se ne frega dell’Alt imposto dal Ministro dell’Interno e del parere della Corte europea di Strasburgo, entra lo stesso in acque italiane e si piazza davanti al porto di Lampedusa.

E dopo tutto ‘sto teatrino – che porta voti sia alla Lega che ai buonisti, tanta visibilità a quelli delle Ong, ma nessuna prospettiva ai migranti – finirà come sempre: prima sbarcheranno i bambini, poi le donne e infine tutti quanti.

Insomma, fanno ‘politica-spettacolo’ sulla pelle di un pugno di poveracci, tenendoli in ‘ammollo’ per settimane, quando poi ogni giorno in Italia entrano indisturbati sia via mare con i barchini, sia via terra con ogni mezzo, centinaia di immigrati.

Infatti nel silenzio generale, un giorno dopo l’altro, circa 300 migranti sono sbarcati a Lampedusa arrivando con i barconi e sono stati avviati alle strutture di pronto intervento. Gli ultimi 8, secondo quanto fa sapere il sindaco dell’isola, sono approdati stanotte. Il paradosso è  che chi arriva grazie agli scafisti trova accoglienza, chi viene soccorso dalle ong viene ostacolato con ogni mezzo ed è costretto a trascorrere settimane in balìa del mare.

Ma fa più ‘rumore’ una omg con a bordo un pugno di poveri disgraziati, che l’invasione ‘silenziosa’, di migliaia di persone che scelgono vie meno ‘mediatiche’ per piazzarsi in Italia.

E l’invasione continua. Non solo l’invasione africana, quella dei barchini e dei gommoni che approdano con meno clamore mediatico delle ong sulle nostre coste, ma soprattutto l’invasione ‘silenziosa’ – e non per questo meno gravosa, tutt’altro – di coloro che arrivano in treno, in aereo o in auto dai paesi dell’Europa dell’Est, dalla Cina, dall’India, dal Bangladesh e dal Sud America.

Ma di questa nessuno ne parla. Centinaia di migliaia di immigrati che si piazzano indisturbati in Italia, che vivono e si moltiplicano nel Paese del bengodi, che tolgono occupazione agli italiani, innescando un pericoloso gioco al ribasso del costo del lavoro che di fatto ci ha portato a stipendi da fame e pensioni da assegno sociale.

Perché non è vero che l’immigrazione, specie quella fuori da ogni controllo, è una risorsa. Lo sarà per chi ci specula sopra, non certo per chi cerca ancora di campare onestamente in questo paese. Infatti, la stragrande maggioranza degli ‘invasori’ lavora in nero e buona parte dei soldi che guadagna non li versa certo nelle casse dell’Inps – per pagare le nostre pensioni – ma in quelle dei paesi di provenienza!

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