Pd, Calenda: “Mi vergogno di essere andato in giro a chiedere voti per un partito che è incapace di stare insieme anche mentre il paese va a ramengo”.

di Redazione. Sinistra eternamente divisa al suo interno, sia quando è chiamata al governo del Paese, sia quando gli elettori la costringono all’opposizione.
E il ‘cinguettio’ d’allarme viene lanciato da Carlo Calenda, che tanto si è ‘speso’ nell’ultima campagna elettorale, e che su Twitter torna a parlare delle divisioni interne al Pd: “Mi vergogno di essere andato in giro a chiedere voti per un partito che è incapace di stare insieme anche mentre il paese va a ramengo”.
E poi invoca un time out: “Forse la strada giusta è che il Presidente del @pdnetwork @PaoloGentiloni chiami un time out e organizzi una riunione con Renzi, Zingaretti, Giachetti, Martina, Guerini etc e provi a ricomporre. In fondo è lui il garante dell’unità del partito”. 
Calenda aveva già detto la sua sulle polemiche seguite alla nomina della nuova segreteria del partito della quale non fanno parte i renziani: “Fermiamoci, rimettiamo mano alla segreteria, costruiamo un governo ombra largo anche oltre Pd, lavoriamo alla coalizione e al programma”, era stata la sua proposta sempre via Twitter.
Il fondatore di Siamo Europei è ritornato quindi sulla questione segreteria: “È un problema se una parte del partito non si sente rappresentata. Nicola dice di averglielo proposto, loro dicono che non è vero. Possiamo sospendere l’ora di ricreazione all’asilo, incontrarci tutti e rimettere a posto le cose? Oppure prendiamo atto che non si può stare insieme”.
E poi, ancora, in un altro tweet: “Proviamo a uscire da questa bagarre. Non ci sono differenze di pensiero politico così profonde da giustificarle. Sentiamo cosa propongono Giachetti, Martina, Renzi etc. Più la segreteria è larga, più il partito è compatto”.

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