Partiti e movimenti antisistema: prove generali per l’ennesima ammucchiata elettorale.

di Yvan Rettore. Nel corso delle ultime elezioni amministrative, il flop delle coalizioni elettorali dei partiti e movimenti antisistema (Partito Comunista, Ancora Italia, Riconquistare l’Italia, Italexit, Alternativa e altri…) si è affermato praticamente dovunque.
Riconquistare l'Italia – Partito politico democratico neosocialista antieuropeista e patriotticoOggi, 18 giugno 2022, queste entità si sono ritrovate a Roma per una manifestazione di protesta (l’ennesima) contro il governo Draghi.
Non c’è nulla di male nell’unirsi per protestare, ci mancherebbe.

Come pure a prima vista potrebbe sembrare logico realizzare delle coalizioni per riuscire ad avere degli eletti.

Il problema è che qualsiasi protesta diventa fisiologica al mantenimento del sistema se non si traduce con interventi e azioni concrete su tutto il territorio in difesa dei diritti degli ultimi, dei diritti civili, sociali e ambientali.

E da questo punto di vista bisogna ammettere che l’assenza di gran parte delle forze politiche oggi presenti a Roma da tali contesti risulta piuttosto evidente.

Non si può infatti pretendere di ottenere un consenso elettorale concreto, numericamente significativo, diffuso e duraturo, limitandosi al ricorso quotidiano (anche massiccio) dei social o di altri strumenti offerti della rete come possono essere youtube o siti di informazione alternativi al mainstream.

Non basta perché alla fine della fiera si nota che in quasi tutti i punti di criticità del Paese ad essere presenti e a lottare davvero sono soprattutto realtà locali svincolate dai partiti e sindacati di base.

Questo denota l’evidenza che le formazioni politiche antisistema sono fossilizzate sulla comunicazione e sulle proteste, anziché sulle proposte alternative al sistema attuale sostenendole e diffondendole attraverso azioni concrete e continue sul territorio.

È ovvio che se manca questa militanza attiva, speranze che tali partiti e movimenti possano ottenere un risultato significativo alle prossime elezioni legislative appare alquanto dubbio.

Ma oltre a questo aspetto fondamentale a remare contro le ambizioni di tali entità permane l’incapacità di operare nella realizzazione di un unico soggetto politico, con un unico programma, un unico simbolo e quindi una rete coordinata di azioni da attuare sull’insieme del territorio in difesa dei diritti e nella lotta contro i soprusi di uno Stato che appare ogni giorno meno democratico e assente dal dibattito sociale e ambientale.

L’elettorato oggi è costituito da una percentuale importante di anziani che non hanno grande dimestichezza con la rete e che hanno un peso elettoralmente determinante da una parte e da una componente notevole di cittadini che vedono nelle coalizioni di formazioni da prefisso telefonico soltanto un tentativo disperato di riuscire a strappare qualche eletto in parlamento dall’altra.

Quindi se non verranno superati questi limiti evidenti, temo proprio che nessuna di queste formazioni politiche riuscirà a portare a casa dei risultati significativi e l’esperimento “Ingroia” di alcuni anni fa come quello più recente (e in definitiva dannoso per il Paese e suicidario per la Sinistra) di “Leu” avrebbero dovuto insegnare qualcosa in proposito.

Invece si rischia di ripetere per l’ennesima volta il percorso di un’ammucchiata elettorale controproducente per chi la propone e vi aderisce con la conseguenza di lasciare nuovamente gran parte dei cittadini nell’impossibilità di poter operare delle scelte elettorali che possano incidere poi in modo determinante sulla politica del Paese e quindi sul suo futuro, con tutti i drammi e le tragiche conseguenze che ciò comporterà comunque per la maggioranza degli italiani.
Fonte: https://yvanrettore.blogspot.com/2022/06/partiti-e-movimenti-antisistema-prove.html
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