di Flaviano. Si parla tanto, a volte a sproposito, di “ristori” per le partite IVA.
Commercianti, ristoratori, albergatori, artigiani, liberi professionisti e quant’altro, che non fanno altro che piangere miseria per i mancati incassi da Coronavirus.
Ma questo, Covid a parte, è un loro “antico vezzo”.
Infatti, anche in tempi pre-pandemici, avete mai sentito un commerciante, un artigiano, un libero professionista gioire dei propri incassi?
Io, mai!
Lorsignori incassano quando c’è da incassare, zitti e mosca… per non farsi sentire dal fisco!
E adesso che, per salvare migliaia di vite umane, si chiede di “chiudere parzialmente” le loro attività, giù lacrime e proteste!
Ma quando – e non solo in questa estate, ma nella normalità – la gente faceva la fila per sedersi a mangiare in un ristorante o in una pizzeria, quando per un tavolo bisognava prenotare una settimana prima, quando l’idraulico si metteva in saccoccia cento euro per un rubinetto che perdeva, quando il meccanico intascava tre/quattrocento euro sine-fattura, quando… quando… quando… li avete mai sentiti lamentarsi, li avete mai visti “ristorare” le categorie più sofferenti?
Io, mai!
Come non ho mai visto una “partita IVA” lasciare la sua attività per fare l’impiegato a stipendio fisso.
Mentre so di molti lavoratori dipendenti che hanno lasciato il “posto fisso” per aprire un’attività in proprio!
A buon intenditore poche parole!
P.S. Capitolo Ristori. Per aiutare le categorie più sofferenti, non sarebbe il caso che il Fisco, invece di salassare i “soliti fessi”, pensionati e lavoratori dipendenti, rivolgesse le proprie attenzioni ai Supermercati, all’E-commerce e a tutti coloro che in tempo di pandemia hanno incassato miliardi di euro?