Mentre tacciano a Torino che ha rinunciato a candidarsi, come pure fece Roma – dove invece le campane da ben tre lunghissimi anni suonano a morto – chè per le medesime ragioni – ideologiche – rifiutò l’assegnazione pressoché certa delle Olimpiadi 2024 alla Capitale d’Italia.
Una rinuncia che ricorderemo tutti come una sconfitta, frutto di incompetenza e paura, palesate da una classe dirigente che prima si candida alla guida del paese intero e di città importanti come Roma e Torino, e poi, una volta al governo, è capace soltanto di dire sempre e soltanto ‘NO’ a tutto e a tutti, per paura di sbagliare, per paura di fare gare e appalti, per paura di turbare l’ambiente e la vita dei residenti che sono pure suoi elettori!
Ma l’immobilismo non paga. Solo chi nella vita non fa niente, non ci prova e non si assume alcuna responsabilità, non sbaglia mai. Ma chi neppure ci prova ha già perso in partenza e resta rovinosamente fermo, mentre tutti gli passano avanti. Chi rinuncia alle grandi opere pubbliche o magari ad eventi come le Olimpiadi, e si chiama fuori dai… giochi, non è per la crescita, lo sviluppo, il progresso ed il benessere della cittadinanza, ma è un perdente.
Chi non fa, chi non osa, chi neppure ci prova – per paura di sbagliare, per incompetenza o incapacità – è destinato ad essere sempre l’ultimo della classe!
L’edizione numero 25 dei Giochi a cinque cerchi della neve e del ghiaccio coinvolgerà anche il Trentino-Alto Adige e pure il Piemonte è pronto a dare una mano. La candidatura italiana ha ottenuto 47 voti, mentre si è fermata a 34 quella svedese di Stoccolma-Aare. Sulla proposta italiana, apparsa in vantaggio sin dalle prime battute di questa lunga e complicata candidatura (con la rinuncia di Torino e la sindaca Appendino che ora fa i complimenti di rito ai colleghi Sala e Ghedina), sembrano aver pesato le ultime ore decisive vissute a Losanna davanti alla Sessione plenaria del Comitato Olimpico Internazionale. L’esposizione finale di Milano-Cortina, firmata da Marco Balich, è stata di forte impatto.