La guerra del 1999 è stata il primo atto delle cosiddette “guerre umanitarie”. L’intervento della Nato, lungi dal riportare la pace nella regione, ha di fatto peggiorato i rapporti fra i vari stati.
Ha provocato vittime innocenti ed enormi distruzioni, ha peggiorato più rapidamente le relazioni interetniche, e ha provocato una ulteriore disgregazione della Jugoslavia, portando infine alla sua ufficiale sparizione dalle carte geografiche nel 2003.
Le conseguenze finali dei crimini commessi dall’Occidente in Jugoslavia e in Serbia e nella regione continuano a ricadere anche su di noi, cittadini dei Paesi occidentali, solo per fare alcuni esempi: violazioni della sovranità di Stati e popoli; spinte centrifughe indotte attraverso miti identitari e micro-nazionali; discredito delle legislazioni internazionali e interne, inclusa la Costituzione Italiana; odio religioso, terrorismo e massacri di matrice islamica.
Questi sono tutti esempi delle ripercussioni che stiamo subendo al giorno d’oggi in Occidente, in una sorta di ben meritata nemesi storica.
La crisi della Jugoslavia, che culminò con il bombardamento della Nato, può essere considerata come paradigma del moderno metodo imperialista di interferenza e di conduzione della guerra.
Di questo ne parleremo con:
ANDREA MARTOCCHIA
segretario Jugocoord ONLUS
che presenterà:
il nuovo volume di Marx21 dedicato all’anniversario dei bombardamenti NATO sulla R.F. di Jugoslavia
testimonianze:
della solidarietà proletaria fra i lavoratori aderenti allo Slai Cobas e i lavoratori della Zastava
proietteremo stralci del documentario:
“Il caso Milosevic” di Jos de Putter (VPRO, Olanda 2003, V.O. sottotitolata)