Metamorfosi PCI-PD: da partito degli operai, a partito del ceto medio-alto e dell’establishment.

di Redazione. In Emilia Romagna si è registrata, con il voto delle regionali di domenica scorsa, l’ennesima conferma della “Metamorfosi – Comunista” subita (o voluta) che ha trasformato il vecchio Partito Comunista Italiano in Partito Democratico: ovvero del come e quando i “compagni” sono passati da Botteghe Oscure al Nazareno, da Berlinguer a Zingaretti, dal PCI al PD, dal partito della lotta di classe e degli operai, al partito che via, via si è andato a schierare nel campo opposto, ovvero quello del ceto medio-alto e dell’establishment.

Insomma, se il PD a Roma vince ai Parioli e perde a Tor Bella Monaca, in Emilia Romagna stravince nel cuore di Bologna e perde nelle periferie e nei piccoli centri.

“I ceti popolari” e i centri più piccoli scelgono la Lega mentre per il Pd votano le grandi città: lo rileva Swg nell’analisi del voto delle elezioni regionali in Emilia Romagna. Ben il 39,2% di chi appartiene alle fasce sociali più basse ha infatti votato per il partito di Salvini, che conquista anche il 35,3% del voto dei residenti nei “non capoluoghi” mentre per i Dem ha votato il 36,3% dei residenti nei capoluoghi.

Sempre secondo Swg, le sardine hanno sottratto il 3% all’astensione. La “middle class” invece si divide in due con una leggera preferenza per il Pd (35,8% contro il 31,6% della Lega), verso il quale si è orientato maggiormente anche il voto femminile (37,3% contro il 30,6% della Lega).

Tra i Millenials e la generazione Z anche è in lieve vantaggio il centrosinistra: nella fascia di età 18-34 il 32,6% ha scelto Pd, il 6,5% la lista Bonaccini presidente, mentre il 26,1% ha votato Salvini, il 6,8% FdI e il 4,8% il M5S. Il voto a Bonaccini è stato motivato dal “buongoverno” (52) di questi anni e dalla fiducia nel governatore (35) mentre chi ha scelto Borgonzoni è stato mosso dalla spinta a cambiare (51%) e dal sostegno a Salvini (43%). La rilevazione Cati-Cami-CAwi è stata effettuata su diversi campioni di elettori (in alcuni casi 1700 e in altri 700) residenti in Emilia Romagna.

“I giovani disertano le urne” e chi vota sceglie le liste civiche: secondo l’analisi del voto di Swg in Calabria la percentuale di astensioni nella fascia di età 18-34 è pari al 60,8% e per le liste civiche ha optato il 41,6%. Tra i partiti in lieve vantaggio il Pd (13,8%, seguito dalla Lega (10,7), da FdI (8,4%), da FI (9,7%) e infine dal M5S (6,4%).

Alte le astensioni anche fra le donne (66,1%), che comunque vengono attratte maggiormente dal centrodestra: il 21,1% ha votato FdI, l’11,8% la Lega, il 10% FI. Guardando alle classi sociali, la classe media punta sul centrodestra votando per il 14% la Lega, per il 12,9% FI e per l’11% FdI.

Il Pd incassa il 16,5% del voto dei ceti medi e il M5S il 6%. Come in Emilia Romagna, le città preferiscono il Pd nel 18,3% dei casi: percentuale che cala al 14,1% nei comuni non capoluogo dove comunque fra i partiti i Dem sono primi ma dove il centrodestra unito supera il 35%. Le rilevazioni Cati-Cami-Cawi sono state effettuate su un campione rappresentativo di mille elettori residenti in Calabria.

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