di Marcello Veneziani. Prendetela come un gioco, una pazzia, un sogno o magari un incubo. Da domani riprenderò a scrivere d’altro e con altri argomenti; in ogni caso quel che leggerete di seguito non coinvolge minimamente La Verità, è a puro titolo personale, sapendo di suscitare dissensi. Se volete la mia opinione nuda e cruda sulla giostra che si apre il 24 prossimo tra i due Palazzi, il Quirinale e Palazzo Chigi, ve la dico tutta con realismo folle, in tre mosse, senza giri di parole, sapendo di rischiare l’impopolarità.
La prima è: risparmiateci la candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale.
La seconda. Mandiamo Mario Draghi al Quirinale.
1) perché la dote migliore di Draghi è la sua credibilità internazionale, e al Quirinale potrebbe essere il garante più autorevole e l’ombrello migliore del nostro Paese nel consesso euro-atlantico ed economico-finanziario;
2) perché alla guida del governo, Draghi non ci pare affatto il toccasana del nostro Paese, non è stato significativo il suo ruolo riguardo alla salute, alla scuola, alla giustizia, al carovita, mentre resta – e dovrebbe restare – il garante più sicuro del Piano d’Investimenti, pur con tutte le riserve che suscita un uomo venuto dalla finanza e che ha altre priorità in testa (ma quelle miserabili dei partiti, di tipo elettorale e clientelare, non sono migliori);
3) perché abbiamo un precedente: il banchiere Carlo Azeglio Ciampi (che non volevamo al Quirinale per ragioni affini a quelle di chi oggi non vuole Draghi) è stato alla fine il garante più rispettoso del suo mandato, non malato di protagonismo, sobrio e patriottico, non prevaricò sulla politica e sui partiti, non tramò, a differenza di chi lo precedette e di chi lo seguì. Un presidente come Draghi potrebbe essere il contrappeso interno e internazionale per un governo di centro-destra, l’unico compromesso possibile. Un Draghi presidente sarebbe meno interventista sui temi politici, sanitari, giuridici e ideologici, ma sarebbe il supervisore agli occhi dell’Europa del piano economico di ripresa.
Ma la più difficile, la più indigesta e forse surreale, viene adesso e so che ai vostri occhi sarebbe folle. Nell’attesa che si vada a votare alla scadenza prevista, il 2023 (visto che vogliono durare più a lungo possibile) e che nel frattempo le forze politiche abbiano il tempo di prepararsi per guidare il paese, suggerirei un governo, tenetevi forte, un governo guidato da Matteo Renzi.
Direte che ho pazziato, che ho mangiato male e ho bevuto peggio. Ma credetemi, per me è solo lucido realismo e senso dello Stato, dell’Italia e del suo bene, o forse del suo male minore. Poi alle elezioni vinca il maggiore (non il migliore, conta solo chi prende maggior numero di voti). Giuro che da domani parlerò d’altro, però queste cose dovevo pur dirvele, perché non riesco a tenermi dentro una cosa che reputo giusta e benefica.
Fonte: https://www.marcelloveneziani.com/articoli/tre-eresie-sul-quirinale-e-il-governo/