Ma il Presidente della Repubblica non dovrebbe essere super partes?

di Antonello Laiso. Sone questi giorni decisivi per l’elezione del Capo dello Stato.
Diversamente dagli anni passati nei quali si facevano i tatticismi politici di rito, i vertici tra i partiti per trovare la convergenza sulla votazione di un Presidente della Repubblica super partes, non ricordo le riunione privati, le cene elettorali a casa di un presunto papabile al Colle o di telefonate fatte per accaparrarsi il voto.
Penso che tali mezzi, pur leciti, non siano abbastanza trasparenti e confacenti a chi aspira a ricoprire la più alta carica dello Stato italiano.
A Napoli, come ben sapete, li chiamiamo “inciuci”.

In un momento particolare del paese come quello dell’elezione del Presidente della Repubblica, credevo che al Quirinale non ci si dovesse candidare, che non si dovesse fare una campagna elettorale di parte come quella attualmente in corso, che non ci si raccomanda a destra e manca per raggiungere il quorum-quirinalizio.

Ma il presidente della Repubblica non deve essere super partes? Non deve spogliarsi di tutti i colori politici per il bene della Nazione?

Al di là di un orgoglio narcisistico personale di chi al potere è stato ed ancora aspira avidamente,  potrebbe essere utile al paese una persona già in partenza divisiva e non affidabile per tanti e tanti motivi?

Quale senso dello Stato può avere chi aspira a salire sul Colle più alto di Roma sapendo già in partenza di non essere gradito alla stragrande maggioranza degli italiani?
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