Luttwak, con la Libia non si tratta. Serve intervento militare.

di Redazione. Emergenza profughi. Non sappiamo ancora bene se in Libia ci sia una vera e propria guerra, fatto sta che da quelle parti piovono missili e si sparano addosso!

Ma se guerra dovesse essere il rischio, per noi, è quello che migliaia di africani (800mila secondo recenti stime) scapperebbero da quella guerra per venire in Italia. Nel qual caso non potremmo fare a meno di ospitarli in massa in quanto profughi, nonostante Salvini.

E allora, secondo il politologo Edward Luttwak, sarebbe meglio ‘intervenire militarmente’, piuttosto che accollarsi miglia di africani in fuga dalla guerra. Insomma, meglio prevenire che curare!

Secondo Luttwak il tempo delle trattative diplomatiche in Libia sarebbe finito ormai da tempo e l’Italia non può più restare a guardare, visto che è l’unico Paese con una carta ancora da giocare, quella militare.

“Non si può rincorrere di ora in ora l’ultimo dei gruppi ribelli che lancia azioni militari di breve respiro – ha detto Luttwak in un’intervista a Il Messaggero –  La sfilata dei pickup che marciano su un’autostrada avrà anche un effetto mediatico immediato, ma alla lunga le truppe di Haftar non avranno la consistenza e la determinazione necessaria, né soprattutto la capacità operativa per rovesciare Al Serraj, né tantomeno per unificare il resto del Paese. Trattare con loro è un’assoluta perdita di tempo“.

Non c’è altra soluzione per l’Italia se non quella di spedire le proprie truppe sul suolo libico, così da allargare la propria presenza militare” e portarla alle dimensioni di altri interventi come quello in Afghanistan, ugualmente costoso ma molto meno redditizio dal punto di vista dei risultati”.

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