L’Europa che non c’è.

Completamente assente nella gestione dei flussi migratori. Non pervenuta in materia di politica estera e di sicurezza. Del tutto assente su ambiente, clima ed energia. Orfana di un esercito e di una fiscalità comune. Cavalier servente degli Stati Uniti… e continuano a chiamarla Unione Europea?

Piuttosto è un’Europa dove ogni Stato membro va per i fatti suoi! E così la Germania continua a mettersi di traverso sul tetto del prezzo del gas. I tedeschi stanno giocando la loro partita sul tema energetico in solitaria, fregandosene degli altri paesi Ue, forti del loro bilancio: giovedì il cancelliere Scholz ha annunciato uno scudo per frenare i prezzi del gas, tramite un investimento da 200 miliardi di euro, che fa seguito all’accordo energetico che Berlino ha stretto a proprio favore con Parigi, senza tralasciare il fatto chei tedeschi pagano il gas russo circa la metà di quanto invece costa a noi italiani!

Mario Draghi, prova ad alzare la voce: “Davanti alle minacce comuni dei nostri tempi, non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali. Nei prossimi Consigli europei i Paesi Ue devono mostrarsi compatti, determinati, solidali proprio come lo siamo stati nel sostenere l’Ucraina. La crisi energetica richiede da parte dell’Europa una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese, di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza”.

E intanto che l’Europa decide, l’inflazione nel mese di settembre sfiora il 9%! 
Questa volta a spiegare l’accelerazione dei prezzi non sono solo gli “energetici”, ma soprattutto i beni del cosiddetto “carrello della spesa” ai massimi dal luglio 1983. Secondo l’Istat l’ulteriore accelerazione inflattiva si deve, infatti, soprattutto ai prezzi degli alimentari (da +10,1% di agosto a +11,5%) e a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +5,7%). Pur rallentando di poco, continuano a crescere in misura molto ampia gli energetici (da +44,9% a +44,5%) sia regolamentati (+ 47,7%), non regolamentati (+41,2%).

Con un Draghi che lascia e una Meloni che arriva, un in bocca al lupo al nuovo premier – comunque la si pensi politicamente- sembra più che dovuto!

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