di Giovanni Graziano Manca. Quindici brani (oltre un’ora di musica, voci e suoni) il cui ascolto denota la spiccata attitudine “black” dei Tangram, gruppo abruzzese nato nel 2016 dall’impegno collettivo di Emanuele Carulli, Elias Caruso, Francesco Fatale e Valerio Pompei: “Cosmic Fruits” , album d’esordio del gruppo su menzionato, è uscito il 16 Novembre u.s. per Irma Records e Radar label & mgmt (Sfera Cubica ufficio stampa) e comprende anche i cinque singoli che lo hanno anticipato “Awesome“, “Why“, “Magical“, “Crazy” e “Feel”.
L’album può piacere o non piacere (dipende ovviamente dal genere che l’ascoltatore predilige e ama ascoltare), tuttavia appare innegabile come i vari brani raggiungano gli obiettivi voluti dal gruppo e siano ben “confezionati”, cantati e suonati. Musica d’evasione, è stata definita quella dei nostri, e in effetti il loro “groove” è intenso, irresistibile e instancabile, oltre che essere (forse un tantino troppo) indulgente verso i ritmi e le sonorità squisitamente “disco”.
“Musica d’evasione è una bella definizione”, dichiarano i Tangram, “anche se la nostra musica oltre ad essere evasiva è anche introspettiva. Perciò musica d’introspezione ed evasione vanno bene come definizioni.”
Basta del resto ascoltare, per rendersi conto di ciò, brani come “Why”, “Magical”, “Electric Girl”, “Crazy”, “Awesome”, “Call”, e così via.