di Redazione. Prima delle elezioni europee del 26 maggio non ci sarà nessuna manovra economica e nessuna crisi di governo, per il semplice fatto che avrebbero un effetto negativo sul consenso elettorale di Lega e M5s. L’ipotesi più realistica è dunque rimandare il tutto al dopo elezioni, a questa estate, quando gli italiani se ne staranno al mare.
Questo è infatti il periodo ‘migliore’ in cui confezionare le sorprese ‘peggiori’.
L’Europa preme sulla necessità di varare una Manovra-bis, per far quadrare i conti e rispettare gli impegni su deficit e debito pubblico assunti dal governo.
L’esecutivo ha solo due possibilità, escludendone una terza, ovvero quella di far pagare le imposte a chi le evade:la prima, aumentare le tasse ai ‘soliti fessi’;la seconda, lasciare che le clausole di salvaguardia scattino automaticamente sull’Iva.
Cambiano i governi, cambiano i leader, ma alla fine la musica resta sempre la stessa: la solita partita di giro contabile che per meri scopi elettorali avvantaggia alcune categorie di cittadini e poi ricade inevitabilmente sui ‘soliti fessi’, pensionati e lavoratori dipendenti.
Solo per restare ai tempi più recenti è stato così con gli 80 euro di Renzi ed ora sarà lo stesso con quota 100 e reddito di cittadinanza di Lega e M5s.
Questo circolo vizioso si spezzerà solamente il giorno in cui le poche risorse a disposizione dello Stato saranno destinate non a far crescere il consenso politico ma l’economia.
La crescita economica è l’unica strada percorribile per mettere a posto i conti pubblici senza continuare a vessare i ‘soliti fessi’.