di Redazione. Il 4 maggio, quando l’Italia dovrebbe riaprire baracca e burattini, è ancora lontano, ma per il momento i dati relativi alla curva del Covid-19 – che ancora non accenna a flettere in maniera decisa verso il basso – sono ancora troppo alti. Soprattutto quelli dei decessi. Continuano a morire per Coronavirus oltre 500 italiani al giorno. Un dato mostruoso, che ci lascia basiti, angosciati e avviliti con le lacrime agli occhi. Ci spiace per coloro che già pensano alle vacanze estive alla tintarella e al mare, ma in questo clima così funesto, noi non ce la facciamo proprio. Siamo ancora troppo lontani dal metabolizzare il lutto!
Comunque, la vita deve andare avanti e c’è chi getta anima e cuore oltre l’ostacolo e pensa solo alla “Fase 2”, quella del via libera alle attività produttive nel rispetto delle “Quattro D”: distanza, dispositivi, digitalizzazione, diagnosi”.
- Distanza (almeno un metro e mezzo di sicurezza tra le persone);
- Dispositivi (ovvero obbligo di mascherina per tutti);
- Digitalizzazione (obbligo di smart working per le attività che lo possono prevedere);
- Diagnosi (tamponi e test sierologici).
Ora va bene tutto, va bene andare avanti, essere ottimisti, voltare pagina e ripartire… ma la nostra classe dirigente, sia a livello politico che amministrativo, non ci sembra attrezzata per mettere in sicurezza il paese e i suoi cittadini.
Dato ormai per certo che la scuola è finita e che, se tutto va bene, i nostri ragazzi dovrebbero tornare sui banchi a settembre, resta da “aprire” tutto il resto!
Adesso, lasciamo perdere tamponi e screening a tappeto, lasciamo stare guanti e mascherine per tutti, lasciamo la sanificazione degli ambienti e pure il lavoro da casa, ma pensiamo al trasporto pubblico: riuscite solo per un attimo ad immaginare quello stesso popolo che ante-coronavirus si accalcava uno sull’altro in tram, bus e metro, mantenersi a due metri di distanza a partire dal 4 maggio?
Noi, no. Ma forse chi di dovere, ha l’app nella manica: il Taxi ad personam!