Le elezioni politiche non saranno la soluzione.

Taluni, confidano e sperano nelle imminenti elezioni politiche per avere un parlamento di nuovi eletti ed un governo scelto dal popolo e non dal Quirinale!

Insomma, taluni guardano alle elezioni del 25 settembre coma alla panacea di tutti i loro mali.

Diciamo che i primi a doverci credere – se non altro perchè è il loro mestiere e soprattutto perchè sperano di essere rieletti e mantenere quindi le loro terga ben incollate sullo scranno d’oro di un parlamento che si presenterà alle urne con la metà delle poltrone di oggi – sono proprio loro, gli ‘addetti ai lavori’.

Oggi, bene o male, lorsignori, sembrano andare tutti d’amore e d’accordo pur di incassare il maggior numero di voti, ma statene pur certi che il giorno dopo – qualora dalle urne uscisse una maggioranza di governo – cominceranno a tirare la corda chi a destra e chi a sinistra, e ci ritroveremo alle prese con l’ennesima crisi di governo e con il Quirinale a commissariare Palazzo Chigi.

Insomma, la solita storia che si ripete ormai da mezzo secolo!

I secondi a sperare in queste elezioni – al netto di quel 50 per cento e più che si astiene dal voto – sono quei ‘poveri illusi’ che credono ancora nella politica, nei partiti e nei loro leader. Costoro sperano che un nuovo parlamento sia in grado di risolvere i problemi dei cittadini: dal caro vita ai salari troppo bassi, dal debito pubblico alle tasse sempre a carico dei soliti fessi, dall’emergenza sanitaria a quella energetica, idrogeologica e ambientale, dalla scuola alla giustizia, dai rifiuti al trasporto pubblico, ecc, ecc.

Insomma, le prossime elezioni sarebbero per gli ‘addetti ai lavori’ e per quei ‘poveri illusi’ultimi esemplari, ancora votanti, di una razza in via d’estinzione – la panacea di tutti i mali!

Costoro sperano… ma chi di speranza vive, disperato muore!

Sarà veramente dura, dopo il voto di settembre, dare vita ad una maggioranza di governo stabile e coesa, in grado di affrontare in maniera strutturale la crisi di Sistema che attanaglia il paese, considerata l’elevata frammentazione dei partiti che và di pari passo con l’alto tasso di litigiosità dei loro stessi leader!

Una cosa è certa: andare al voto non risolverà il problema della governabilità di un paese senza più nè capo, nè coda, figuriamoci poi se sarà mai capace di dare una risposta ai problemi endemici di una nazione ridotta in macerie!

Non c’è riuscito il ‘governo dei migliori’, figuriamoci se ci riuscirà quello che dovrebbe risorgere dalle sue ceneri!

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