La Tv di Stato senza il Canone Rai.

In questi giorni si è fatto un gran parlare della fuga da Mamma-Rai delle truppe cammellate di sinistra che hanno preferito altre reti televisive piuttosto che restare all’ombra del Cavallo di Viale Mazzini ‘cavalcato’ dal centrodestra.

Senza voler entrare nel merito delle singole, libere e sacrosante scelte degli ex-Rai e della meno giustificata faziosità di taluni personaggi televisivi – anche perchè continueremo a fare sonni tranquilli davanti al piccolo schermo sia prima che dopo la loro fuga – quello che invece ci preme sottolineare è che il servizio pubblico, per il quale paghiamo il canone, dovrebbe essere per l’appunto al servizio dei cittadini e non dei partiti che di volta in volta si avvicendano a Palazzo Chigi.

Un servizio che per essere pubblico deve essere plurale e dare spazio ai rappresentanti di ogni tendenza politica, idea e opinione.
Un servizio pubblico che deve garantire a tutti il diritto di parola.
Un servizio pubblico che deve mettere sul tavolo tutte le carte.
Un servizio pubblico dove tutte le idee abbiano diritto di cittadinanza.
Sta poi al telespettatore scegliere quelle che vuole.

Un servizio pubblico che proprio perchè pagato dagli italiani è degli italiani e non dei partiti, e che pertanto dovrebbe rinunciare non solo alla faziosità ma anche agli introiti della pubblicità che invece è presente in quantità massiccia sulle reti Rai alla pari delle tv commerciali, con la sostanziale differenza che le tv private, senza incassare il canone, hanno i bilanci in attivo, mentre la tv di Stato è sommersa dai debiti!

Insomma, l’addio di certi personaggi – che nessuno ha cacciato – dovrebbe dare il La per cambiare faccia alla Rai, per cui delle due l’una: o il canone, o la pubblicità.

E se poi Fazio, Gramellini, Annunziata e compagnia cantando decidono di lasciare la Rai… poca la perdita e tanto il guadagno per le tasche degli italiani!

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