La decrescita infelice.

di Redazione. Dal debito pubblico all’evasione fiscale, da Alitalia all’Ilva, passando per la Tav e finendo per affogare nell’acqua alta di Venezia, stiamo collezionando una serie di disastri terrificanti, procurati da gente che non ha la minima idea di come guidare, amministrare, organizzare, governare e ricostruire un paese complesso e sfasciato come l’Italia.

Ma adesso che la situazione è precipitata chi provvederà a salvare l’Italia? E soprattutto chi tirerà fuori i soldi per aggiustare tutto ciò che è stato sfasciato?

I “soliti fessi”: lavoratori dipendenti e pensionati!

Almeno finchè ne avranno!

Almeno finchè non perderanno la pazienza!

L’impressione, purtroppo, è che la politica ha perso completamente il controllo della situazione. In tutto il mondo ci sono le fabbriche e le grandi industrie, così come esistono i termovalorizzatori, le raffinerie e le centrali nucleari che riescono a funzionare dappertutto senza fare danni all’ambiente, senza far ammalare i lavoratori e i cittadini e senza ammazzare nessuno!

Solo in Italia queste cose sembrano impossibili, inconciliabili.

Possiamo pure sognare di portare l’allevamento di cozze come alternativa alla produzione dell’acciaio a Taranto, o sperare che l’uso delle carte di credito sia la carta vincente contro l’evasione fiscale, poi però ci dobbiamo svegliare e capire che la realtà è ben diversa dal favoloso mondo di Alice nel paese delle meraviglie.

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