La Cgil apre uno sportello a Tunisi per chi vuole immigrare in Italia.

di Redazione. In Italia il sindacato, purtroppo per i lavoratori, ha fatto una brutta fine. Dopo anni di lotte, di rivendicazioni e di conquiste, il sindacato con l’abrogazione dell’Articolo 18 e la Riforma delle Pensioni, avvenuti nel silenzio più assordante di chi invece ci aveva abituato a riempire le piazze con migliaia di lavoratori, slogan e bandiere ha ammainato le bandiere, ha abbandonato i lavoratori al loro destino, andandosi a mettere dall’altra parte, quella del ‘padrone’.
Inevitabile il crollo degli iscritti che, non vedendo più nel sindacato un’organizzazione a difesa dei propri diritti, hanno pensato bene di stracciare la tessera e di rimettersi in tasca le ritenute sindacali in busta paga.
Ritenute sindacali che equivalgono ad un qualcosa di più dei ‘loro’ famigerati rinnovi contrattuali‘, chè hanno lasciato le retribuzioni dei lavoratori dipendenti a fanalino di coda di tutta l’eurozona!
Quindi la stragrande maggioranza dei lavoratori italiani ha stracciato e buttato via la tessera.
E allora il sindacato, in crisi di tessere – alias di liquidità, nonostante il finanziamento pubblico, patronati e caf che fanno cassa sulle inerzie e le inefficienze dello Stato – ha rivolto le sue attenzioni altrove, ai migranti.
Tant’è che la Cgil ha aperto uno sportello a Tunisi per fornire ai lavoratori del nord Africa tutte le indicazioni sul come immigrare regolarmente nel Belpaese e lavorare nel settore primario. “Forniamo assistenza a lavoratori che rischiano di cadere nella rete dei nuovi trafficanti di schiavi, combattiamo le illegalità per favorire una migrazione consapevole che si rivolge ai lavoratori del Nord Africa che vogliono venire in Italia per trovare un’occupazione”, è il refrain che arriva dai corridoi della Cgil.
Ma Salvini non ci sta e non vuole sentire ragioni: “Mi chiedo come la pensano di questa iniziativa gli iscritti alla Cgil che non hanno un lavoro. In Italia non c’è spazio per un tunisino in più. Forse la Cgil cerca nuovi iscritti in Africa”.
Insomma, non c’è trippa per i lavoratori italiani.
La Cgil apre a chi vuole immigrare in Italia e i ‘padroni’ ringraziano perchè potranno così proseguire indisturbati nell’opera di smantellamento dei diritti dei lavoratori italiani, adeguando i salari africani ai salari italiani!
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