Il dg Marotta invece insiste sulla terza stella: è il nostro trentesimo titolo!!! Buffon parla con orgoglio: “Per fortuna il mio errore col Lecce non ha pesato. Ho sofferto tanto in questi sei anni, ma ora torno a vincere lo scudetto: è lo scudetto mio e di Del Piero, ma anche di Camoranesi, Trezeguet, Nedved e di quanti scesero con noi in serie B. Quanti sono i nostri scudetti? Sicuramente sul campo ne abbiamo vinti 30 e io 5, sull’albo ne risultano 28 e me ne hanno assegnati 3“. Sei anni di purgatorio sono tanti, troppi per chi è abituato da sempre a stare nel paradiso del calcio internazionale!!! Tanto più quando si tratta di un periodo di stop imposto non da un ricambio fisiologico tra una vittoria e l’altra che nello sport ci sta tutto, ma da fatti esterni con cui lo sport poco o nulla ha a che vedere! Comunque la Juventus resta un mito nella storia del calcio italiano. Prima la caduta, l’umiliazione, il dramma di una retrocessione ingiusta e mai provata. Poi la risalita e adesso il trionfo che ne suggella il riscatto. L’estate 2006 fu infatti la più triste della storia bianconera: condannata alla B con 17 punti di penalizzazione (all’inizio erano 30), la squadra era stata abbandonata da quasi tutti i suoi campioni (tranne Del Piero, Buffon, Nedved, Trezeguet e Camoranesi). Ed era già tutto nell’aria quel giorno dell’ultima festa tricolore, il 14 maggio 2006 a Bari: la maglia con il 29 tinto di rosso sulle spalle, a indicare il numero degli scudetti vinti sul campo, le lacrime di Moggi che nello spogliatoio dava l’addio al calcio, la consapevolezza che l’inchiesta di calciopoli avrebbe sconvolto tutto. E difatti fu retrocessione e revoca degli ultimi due scudetti. La Vecchia Signora ripartì vincendo subito la B e affidando a Ranieri (subentrato al dimissionario Deschamps) la ricostruzione. Fu subito terzo posto, dietro l’odiata e inarrivabile Inter, che aveva pure soffiato Ibrahimovic. L’anno seguente, si migliora ancora: arriva seconda e rigioca la Champions dopo due anni. Poi, il progetto comincia a vacillare: cacciato Ranieri, le ultime due giornate subentra Ferrara, che l’anno seguente verrà esonerato a gennaio. Nell’estate 2010, si insedia Andrea Agnelli come presidente. Ma conosce subito l’amarezza: la squadra con Zaccheroni non cambia rotta e si piazza settima, fuori dalla Champions. L’anno seguente, viene chiamato Del Neri e la Juve fa ancora peggio, settima, ma fuori anche dall’Europa League. Paradossalmente, questa sarà la sua fortuna: libera da impegni internazionali, con Conte in panchina, la squadra si inventa un gioco splendido e vince lo scudetto, quando nei pronostici era data al massimo quinta. Signori, la classe non è acqua!!!
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