di Alberto Sigona. Come volevasi dimostrare, per la Juve la cessione di C. Ronaldo si sta rivelando un pessimo affare… Da quando il bomber portoghese se n’è andato, Madama sembra irriconoscibile…
Così in queste prime uscite di Campionato i bianconeri hanno raccolto la miseria di due punticini, con una media da zona retrocessione, per un rendimento che non si verificava in fase d’avvio da quasi 60 anni. La squadra restituita a M. Allegri, pur essendo composta da ottimi giocatori, appare mentalmente spenta, dal gioco “insipido”, senza un’anima. E forse senza un vero leader qual era il bomber portoghese. Ronaldo, infatti, era più di un goleador seriale (a proposito, lo sapete che ha fatto registrare la media-gol più alta nella storia della Serie A, con un bellissimo 0.83 che risulta superiore persino allo 0.77 di G. Nordahl, che in molti ritenevano imbattibile, anche perché era maturato in un’epoca in cui segnare era un tantino meno arduo?).
Ronaldo era l’uomo cui ti affidavi nei momenti delicati, nei frangenti in cui l’oscurità iniziava a scendere sulla verde arena e faticavi non poco a scorgere le sagome della speranza. Era colui che quando necessario ti tirava fuori dai guai con una zampata felina delle sue (o con un’incornata…), ma anche quello che caricava a pallettoni la psiche del gruppo, che lo induceva a crederci anche quando gli dei sembravano voltargli le spalle. Anche quando tutto pareva perduto (come contro l’Atletico Madrid). Per renderci conto in concreto di quanto fosse prezioso il suo apporto, a parte i gol, potremmo citare quanto segue. Nello scorso campionato la Juve di A. Pirlo è scesa in campo senza CR7 in 5 occasioni.
Ebbene, le cifre parlano chiaro, più di ogni altra disquisizione. I bianconeri hanno racimolato 3 pareggi, con Crotone, Verona e Benevento, una sconfitta (con l’Atalanta) ed una sola vittoria (contro il Bologna, all’ultima giornata). In sostanza, quando la Vecchia Signora s’è dovuta privare di Cristiano, ha faticato persino con le pericolanti, raccogliendo bottini alquanto miseri, per un qualcosa che avrebbe dovuto far riflettere l’establishment bianconero, che invece, non si sa perché, non si sa per come, si è liberato con troppa leggerezza, quasi fosse un’ingombrante zavorra, di uno dei più grandi di ogni epoca. Un lusso inconcepibile che rischia di pagare molto caro, tanto nel breve quanto nel lungo periodo. Così se a fine stagione la Juve si troverà con un pugno di mosche in mano, nessuno si dovrà sorprendere e tutti sapranno a chi imputare l’eventuale probabile fallimento. Non a caso un vecchio adagio latino recita: “Nulla calamitas sola” ovvero “I mali non vengono mai soli”.
Per contro in queste prime giornate di Campionato si sta mettendo in felice evidenza il Napoli di L. Spalletti, che pare tornato ai livelli di qualche anno fa, quando i partenopei lottavano per lo Scudetto. Un traguardo su cui continueranno a puntare i campioni d’Italia uscenti dell’Inter (in estate si è perfezionato il cambio di testimone fra A. Conte e S. Inzaghi), anche se l’assenza di R. Lukaku (ceduto frettolosamente al Chelsea) potrebbe alla lunga rivelarsi deleteria….Promette d’inserirsi nel novero della candidate al Titolo anche il Milan, anche se manca di un vero centravanti, quale, ormai è chiaro, non potrà essere Z. Ibrahimovic (gli anni passano anche per lui), tanto meno O. Giroud, che non ha mai vantato medie realizzative mostruose…Fra le possibili rivelazioni potrebbe esserci la Roma di J. Mourinho, ma per lo Scudetto è ancora presto. Fra le compagini che s’apprestano a sorprenderci c’è sicuramente la Fiorentina di V. Italiano, che potrebbe sostituirsi alla Lazio di M. Sarri, a cui i gol di C. Immobile sembrano non bastare più…