1. Credo sia impensabile che un incontro così importante e al massimo livello si potesse svolgere senza un’adeguata preparazione e programmazione e al di fuori dei protocolli del cerimoniale.
2. Se così si sono svolti i fatti, allora bisognerebbe indirizzare gli strali e quant’altro, innanzitutto verso coloro che hanno approvato e gestito il cerimoniale.
3. La Turchia è un Paese importante, per quanto gestito politicamente in maniera assai discutibile, a tratti illiberale, facente parte della Nato **, è un partner importante sul fronte economico, energetico e su quello del contenimento degli afflussi d’immigrati e, soprattutto, della valanga di profughi provenienti dalla Siria a causa di una guerra scatenata da tre potenze occidentali (Francia, Inghilterra e Usa) e nella quale si è inserita la Turchia di Erdogan che è al confine ed ha tante questioni aperte da risolvere. In primis quella del popolo curdo, prima vittima delle spartizioni coloniali europee.
4. Per concludere torniamo al “divano turco” *** che ha provocato un vero parapiglia diplomatico internazionale, con probabili conseguenze per l’Italia, visto che il “governo” della UE, i grandi Paesi europei (a iniziare dalla Germania) non hanno attribuito all’episodio molta importanza.
Oggi, il caso più eclatante è quello della Libia. Però nessuno di coloro che hanno provocato prima la caduta di Gheddafi e dopo agevolato l’irruzione della presenza militare turca nel conflitto fratricida, ha spiegato all’opinione pubblica come siano andate, come stanno andando le cose.
* biografia in: https://it.wikipedia.org/wiki/Agostino_Spataro
**Per statuto la Nato non ammette dittature e non dovrebbe più esistere, ed espandersi, giacché il suo nemico dichiarato il Patto di Varsavia da un trentennio non esiste più. L’Europa dovrebbe pensare a una sua politica della sicurezza, pur nel rispetto delle alleanze internazionali.
*** Così, per celia, riporto la definizione che del Diwan (divano) turco ne dà Wikipedia.
Osservando che nel “divano” del Califfo ottomano le donne non erano ammesse.
“Il Dîvân-i humâyûn, in lingua italiana spesso chiamato semplicemente “Divano” o “Gran Divano”, era il consiglio dei responsabili delle amministrazioni dell’impero ottomano riuniti attorno al Sultano, ovvero: il Vezîr-i a’zam o Sadr-i a’zam Gran Visir (responsabile per gli affari politici), il Ni-shangï, il Segretario del Consiglio (responsabile della Cancelleria), il Qâdiâsker di Anatolia (responsabile giudiziario dell’Anatolia), il Qâdiâsker di Rumelia (responsabile giudiziario dei territori ottomani nel continente Europeo), il Deftderdâr (responsabile del tesoro) e il Qapûdân Pasciâ (gran ammiraglio della flotta ottomana). Poteva occasionalmente partecipare alle seduta anche il Beylerbey di Rumelia e l’Aga dei Giannizzeri”.