#IORESTOACASA

di Redazione. Prima lo spot di Fiorello #iorestoacasa, poi ieri, in tarda serata, la replica di Conte a reti unificate, col fedele Casalino sempre al suo fianco, che annuncia l’estensione della zona rossa a tutta Italia invitando gli italiani a restate a casa!

“Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare con l’espressione ‘io resto a casa’ , annuncia il premier, facendo il verso a Fiore.

Sì, va bene restare a casa per limitare il contagio, ma come e fino a quando? Che faccio domani mattina resto a letto, chiamo in ufficio e che gli dico? Prendo ferie, malattia o che cosa? Chi ci va a lavorare al mio posto? Chi porta a casa la pagnotta?

Parlano bene loro che godono di tutti i vantaggi e i privilegi che questo mondo può offrire anche in casi di emergenza come quello attuale.

Ma non basta lanciare un hashtag per garantire a tutti i cittadini e a tutti i lavoratori il diritto-dovere dell’#iorestoacasa.

Se #iorestoacasa non posso andare a lavorare e se si chiudono le scuole allora va chiuso tutto quanto il resto e servono immediate misure a sostegno dei cittadini e dei lavoratori.

Invece, abbassano a metà la saracinesca della bottega Italia, pensano al lavoro agile lo “smart working”, che detto in inglese fa più figo quando gli uffici pubblici non sono abbastanza informatizzati neppure in sede, pensano di richiamare in servizio i medici in Quota 100 e pure Bertolaso. Qualcuno – dimentico del fatto che sono passati a miglior vita – ha pensato persino di richiamare Giulio Andreotti e Bettino Craxi a Palazzo Chigi.

E poi ieri sera il grande annuncio: Tutta Italia è zona rossa!

De iure e de facto, l’unica chiusura istituzionale è quella delle scuole fino al 3 aprile e dopo un vergognoso tira e molla anche quella del Campionato di calcio.

Per il resto siamo nell’approssimazione più drammatica e sconfortante.

Vige il fai da te: chi apre e chi chiude, chi si barrica dentro casa dopo aver riempito il frigorifero e chi circola liberamente tuttalpiù con in tasca un’autocertificazione controfirmata da un poliziotto e una sciarpa sulla bocca, perché ancora nessuno ha saputo spiegarci se le “mascherine chirurgiche” sono efficaci oppure no, servono o non servono? A chi le vende servono di certo!

Se non fosse una tragedia, quella che stiamo vivendo, si potrebbe pensare ad una ennesima farsa! Ma siccome siamo il Belpaese prepariamoci a vivere la solita tragi-commedia all’italiana, confidando tutti in un lieto fine.

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