di Redazione. Prima lo spot di Fiorello #iorestoacasa, poi ieri, in tarda serata, la replica di Conte a reti unificate, col fedele Casalino sempre al suo fianco, che annuncia l’estensione della zona rossa a tutta Italia invitando gli italiani a restate a casa!
“Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare con l’espressione ‘io resto a casa’ “, annuncia il premier, facendo il verso a Fiore.
Sì, va bene restare a casa per limitare il contagio, ma come e fino a quando? Che faccio domani mattina resto a letto, chiamo in ufficio e che gli dico? Prendo ferie, malattia o che cosa? Chi ci va a lavorare al mio posto? Chi porta a casa la pagnotta?
Parlano bene loro che godono di tutti i vantaggi e i privilegi che questo mondo può offrire anche in casi di emergenza come quello attuale.
Ma non basta lanciare un hashtag per garantire a tutti i cittadini e a tutti i lavoratori il diritto-dovere dell’#iorestoacasa.
Se #iorestoacasa non posso andare a lavorare e se si chiudono le scuole allora va chiuso tutto quanto il resto e servono immediate misure a sostegno dei cittadini e dei lavoratori.
Invece, abbassano a metà la saracinesca della bottega Italia, pensano al lavoro agile – lo “smart working”, che detto in inglese fa più figo – quando gli uffici pubblici non sono abbastanza informatizzati neppure in sede, pensano di richiamare in servizio i medici in Quota 100 e pure Bertolaso. Qualcuno – dimentico del fatto che sono passati a miglior vita – ha pensato persino di richiamare Giulio Andreotti e Bettino Craxi a Palazzo Chigi.
E poi ieri sera il grande annuncio: Tutta Italia è zona rossa!
Per il resto siamo nell’approssimazione più drammatica e sconfortante.
Vige il fai da te: chi apre e chi chiude, chi si barrica dentro casa dopo aver riempito il frigorifero e chi circola liberamente tuttalpiù con in tasca un’autocertificazione controfirmata da un poliziotto e una sciarpa sulla bocca, perché ancora nessuno ha saputo spiegarci se le “mascherine chirurgiche” sono efficaci oppure no, servono o non servono? A chi le vende servono di certo!
Se non fosse una tragedia, quella che stiamo vivendo, si potrebbe pensare ad una ennesima farsa! Ma siccome siamo il Belpaese prepariamoci a vivere la solita tragi-commedia all’italiana, confidando tutti in un lieto fine.