Il tormentone: Sì Tav, No Tav.

di Redazione. Il tormentone della Tav, o del Tav (Treno ad alta velocità), come piace dire a quelli ‘precisi’ e che parlano bene, spacca il governo in due, con Salvini da una parte che dice Sì alla Tav e alle grandi opere, e con Di Maio dall’altra che gli risponde picche, finché il M5s starà al governo, la Lione-Torino non si farà.

E i gufi si appollaiano sul ‘tunnel della discordia’ sperando in nuovi scenari politici che ribaltino l’attuale maggioranza di governo, pronti a trasformarsi in falchi per piombare sulle poltrone liberate da una eventuale crisi di governo!

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Ma ai cittadini, imbottigliati nel traffico di tutti i giorni e in attesa sulle banchine per salire su mezzi pubblici che non arrivano mai e che quando passano sono affollati peggio di un carro bestiame, sono ben altre le problematiche che stanno a cuore e che vorrebbero vedere risolte dalla politica: lavoro, scuola, salute e trasporti, per l’appunto.
Oltretutto la maggioranza degli italiani – per niente edotta ed aiutata a capire qualcosa sull’argomento dai professoroni, dai tecnici, dagli esperti e dagli stessi politici dei due schieramenti – ha scarse conoscenze sul ‘tunnel della discordia’ per poter prendere una posizione responsabile, e quindi poco gliene tange del ‘teatrino’ della Val di Susa.
Per cui il tormentone ‘Sì Tav, No Tav’, viene derubricato a grande opera di distrazione delle masse dai problemi di tutti i giorni.
L’ennesimo referendum politico su Lega e 5stelle che alla fine, pur di non perdere le poltrone un accordo lo troveranno e non potendo fare fifty-fifty come per reddito di cittadinanza, quota 100 e flat tax, perché quel buco nella montagna non può essere scavato per metà sì e metà no, rimanderanno ai posteri – come già fatto per debito pubblico e clausole di salvaguardia – ogni futura decisione. Insomma, chi vivrà… pagherà!
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