di Marco Tavazzi. Ore 7.36 in una città lombarda di un martedì mattina nella Lombardia (da oggi tutta l’Italia) in quarantena. Il silenzio è irreale.
Come se tutto il rumore di decenni di corsa folle verso la tecnologia fosse stato spazzato via in un colpo. Sono paura e senso di responsabilità. Insieme. La dualità infatti fa parte da sempre dell’essere umano, che nei momenti di difficoltà sa dare il meglio e il peggio di sé.
Strade deserte, solo due che aspettano il treno. È il 7.41 per Milano Cadorna, solitamente uno dei più affollati.
È spettrale vederlo fermo e vuoto, vederlo ripartire altrettanto vuoto.
Il parcheggio conta due forse tre auto, non ricordo.
Il cielo è ancora grigio, il sole fa fatica ad affacciarsi, quasi intimidito dalle nostre miserie.
È anche questa la vita.
Ci eravamo troppo abituati a correre, a non fermarci, in una ingannevole idea di progresso lineare.
Fare i conti con le difficoltà vere non è scontato. Ci vuole coraggio e non bisogna vergognarsi se sale l’ansia, se si viene attanagliati dalla paura.
Il coraggio non è mai stato l’assenza della paura, solo gli irresponsabili non hanno paura. Il coraggio è andare avanti nonostante la paura, perché si sa che è giusto.
Lo sanno bene medici e infermieri che ormai da settimane lavorano senza sosta per salvare le nostre vite. Il coraggio per loro è non mollare nonostante la stanchezza, la paura di essere contagiati, la necessità di rimanere lontani dalle famiglie per tutelarle e tante altre difficoltà ancora, che ogni giorno potrebbero rischiare di farti mollare. Ma loro non mollano, vanno avanti. E questo è eroismo.
Lo sa bene chi, più in piccolo, non sta salvando direttamente vite umane, ma deve andare al lavoro lo stesso perché si trova a dover garantire servizi essenziali. Sono in trincea anche loro. Non tutti possono fare lo smart working, non dimentichiamolo.
Un pensiero, e un ringraziamento, a chi oggi, a tutti i livelli, dimostra il coraggio di non mollare e continuare ad essere al servizio della nostra comunità.
Ps: nel pomeriggio, come una promessa che le cose andranno meglio, il sole è sbucato e i suoi raggi sono entrati attraverso le finestre, regalando una bella giornata, sebbene per tutti malinconica.
E porta alla mente la celebre frase di Khalil Gibran: “Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta”.