Il “picco” del Coronavirus a fine marzo. La fine del problema tra maggio e giugno!?

di Redazione. Ma quando finirà questo maledetto incubo? Quando ci sarà il “picco”? Ovvero quando il Covid-19 toccherà il suo massimo per poi iniziare a scendere con meno contagi, meno morti e più guariti fino a diventare solo un bruttissimo ricordo?
Questa è la domanda che ci facciamo tutti quanti in questi drammatici giorni.
Per i media il picco sarebbe a metà marzo e per fine aprile l’uscita dal tunnel.
“Picco entro fine marzo”, sostiene più prudentemente Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano. Difficile, comunque, fare previsioni certe sul contagio del Coronavirus, “ma le proiezioni e gli scenari sono importanti per pianificare al meglio gli interventi”. Sulla base dell’andamento in Cina e dei dati italiani, “possiamo stimare uno scenario con picco a fine marzo e la fine del problema in Italia tra maggio e giugno”.
Fabrizio Pregliasco monitora da anni l’andamento della stagione influenzale nel nostro Paese.
“Nel caso di Covid-19 – avverte Pregliasco – si tratta di un virus nuovo, ma l’esperienza cinese e quello che sta accadendo nelle ex zone rosse può dirci molto”.
Tra gli elementi che possono influire su questo scenario, secondo Pregliasco, “c’è l’incognita rappresentata dal resto d’Europa e dalla Gran Bretagna. Vediamo mancanza di coordinamento e azioni disomogenee che possono rovinare quello che si sta facendo in Italia”.
Poi, il parallelismo tra il Centro-Sud italiano e l’Europa: “Difficile valutare il problema quando sembra ancora lontano, anche fisicamente. Un po’ come è accaduto al Centro-Sud quando c’era la zona rossa: non pensi che il problema sia tuo. Le immagini di stadi pieni o la mancanza di interventi dimostrano che non si è imparato nulla dall’esperienza cinese e italiana”.

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