Il Pd rilancia lo ‘Ius soli/culturae’, invece di dare soluzioni ai problemi degli italiani.

di Redazione. Errare è umano, perseverare è… ‘piddino’!
Sta per chiudere l’Ilva, l’industria e le imprese italiane sono in ginocchio, 158 sono le crisi aziendali tra cui Whirlpool e Alitalia, i terremotati sono ancora in attesa della ricostruzione, i pensionati si vedono rivalutata la pensione di 50 centesimi lordi al mese, gli stipendi sono da fame, il fisco continua a spremere senza pietà i “soliti fessi”, la disoccupazione fa il paio col debito pubblico e batte sempre nuovi record, mezza Italia sta sott’acqua, l’altra mezza frana rovinosamente e questi del Pd che cosa fanno?

Pensano e ripensano allo Ius soli e allo Ius culturae. Forse nella speranza – ma chi di speranza vive, disperato muore – che regalando nuove cittadinanze possano in qualche modo riequilibrare la situazione elettorale che li vede sconfitti ad ogni votazione e che li batosta persino nelle discussioni dei quattro amici al bar!

Ius culturae, una misura che, a chi non ha raggiunto i 18 anni, non serve a niente, perché l’unica differenza, tra chi la ha la cittadinanza e chi non ce l’ha, in termini di diritti, è solo il voto, per il resto non cambia nulla.

A meno che lo Ius culturae non voglia essere abbinato all’abbassamento del diritto di voto a 16 anni, per fare in modo di avere qualche centinaia di migliaia di nuovi elettori ‘grati’ a chi l’ha proposto.

Ma basterebbero solo questi elettori a fermare l’ascesa di Matteo Salvini? Certo che no. Almeno fino a quando i sinistri non si decideranno a combattere la Lega sul suo stesso terreno: Prima gli Italiani!

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