Il ministro dell’Istruzione: “In aula la maggioranza degli alunni deve essere italiana”.

Ragiona in questi termini il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara in merito alla chiusura, il prossimo 10 aprile, giornata di fine Ramadan, dell’istituto Iqbal Masiq di Pioltello, nel Milanese, al centro di una bufera mediatica:

Nelle aule scolastiche la maggioranza degli alunni deve essere italiana: basta classi con troppi studenti stranieri.
I valori della Costituzione italiana – assimilando la quale si costruisce una società ordinata, altrimenti è “melting pot” – possono essere appresi più facilmente se i ragazzi stranieri studieranno in modo potenziato l’italiano se non lo conoscono bene, se nelle scuole si insegnerà approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate.

E il vicepremier Matteo Salvini, leader della Lega e compagno di partito di Valditara, gli da manforte nel considerare “un arretramento” la chiusura di una scuola per il Ramadan e propone la quota massima di “un 20% di bambini stranieri in una classe”.

E se la maggioranza di governo appoggia le affermazioni del ministro dell’Istruzione – “bene Valditara, va esorcizzato il rischio banlieu e Molembeek, perché il brodo di cultura dell’intolleranza nasce nei ghetti urbani”, dice Fabio Rampelli e concorda su questa linea anche Maurizio Gasparri – forti critiche arrivano dal Pd.

“Quelli di Valditara – dice la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera e responsabile scuola del Pd, Irene Manzi – sono sproloqui. Il ministro dell’istruzione si comporta ormai da megafono di Salvini. Questa crociata contro i ragazzi con background migratorio è veramente stucchevole. Invece di fare propaganda, il governo indichi quali sono le proposte per l’inclusività scolastica”.

In realtà, in Italia esiste già da tempo un numero limite di studenti stranieri per classe. In base ad una circolare del gennaio 2010 del ministero dell’Istruzione all’epoca guidato da Mariastella Gelmini, il numero di alunni stranieri con una ridotta conoscenza della lingua italiana non deve superare il 30% degli iscritti in ogni classe e in ogni scuola, anche se poi possono esserci delle deroghe.

Nell’anno scolastico 2021/2022, il 7,2% di tutte le scuole d’Italia aveva più del 30% di studenti stranieri, mentre le scuole con zero stranieri erano il 18%, con grandi differenze tra regioni: quella con la percentuale più alta di scuole senza studenti stranieri è la Sardegna, mentre al nord la percentuale di classi che sfora il 30% è alta soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

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