di Daisy Raisi. Se essere artisti equivale a creare mondi straordinari, per condividerli con gli altri, Daniela Viviano lo è nella più pura delle accezioni. Il suo secondo romanzo, “Il magico mondo di Sandy”, è il primo capitolo di una saga illustrata, trasudante emozioni, colori, fantasia.
La storia ruota intorno a Sandy, tenace maghetta, vittima di un incantesimo, alla quale è stata nascosta la sua vera identità. Oltre a lei, in questa emozionante storia, c’è posto per una grande quantità di figure fatate, come, solo per citare qualche esempio, maghi, unicorni, streghe, elfi, ognuno con le proprie peculiarità e i propri poteri, minuziosamente descritti, senza che il lettore ne avverta minimamente il peso, anzi… La varietà di regni e personaggi rappresenta uno dei principali punti di forza di questa storia e d’attrazione per il lettore, insieme agli intrecci che l’autrice dimostra di saper creare e gestire con estrema abilità.
E non a caso…
Questa storia è, a tutti gli effetti, la metafora del percorso di crescita che ogni adolescente deve affrontare per scoprire le proprie radici e affermare la propria identità staccandosi dalle figure genitoriali.
Sandy, infatti, nonostante l’iniziale opposizione della “madre” (le virgolette sono d’obbligo e leggendo il libro scoprirete perché), decide di compiere un viaggio (iniziatico, di crescita) per raggiungere la scuola di magia bianca, presso la quale ha intenzione di studiare, pur essendo, almeno a quanto le risulta, una strega. Come a rimarcare che la vera natura di un soggetto, prima o poi, emerge sempre per reclamare la sua parte, trovando il modo di farsi strada anche nelle condizioni più avverse.
Ma qual è, in sintesi, il messaggio che Daniela Viviano vuole lanciare?